Incendio di Borgo: differenze tra le versioni

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riscrivo... tolgo grosse panzane.. non esiste manierismo prima degli anni 1520, definizioni del genere andrebbero sarebbero dovute esser prese con le dovute molle.. poi guglie del 1400? ma dove??? bah!
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{{Opera d'arte
| immagine=GiulioIncendio Romanodi 001borgo 01.jpg
| grandezza immagine=400px <!-- scrivi il numero seguito da "px"-->350px
| titolo=Incendio
| artista=[[Raffaello Sanzio]] e aiuti
| data = 1514
| opera = dipinto
| tecnica=affresco
| altezza=268500
| larghezza=160670
| città=[[Città del Vaticano]]
| ubicazione=[[Musei Vaticani]]
}}
L''''''Incendio di Borgo''''' è un [[affresco]], la base misura(circa 670670x500 cm) circa, realizzato neldi [[1514Raffaello]] circae dalaiuti, pittoredatabile italianoal [[Raffaello15114]]. Èe conservatosituato nella [[Stanza dell'Incendio di Borgo]], una delle ([[CittàStanze del VaticanoVaticane]]).
 
== Lo stile Storia==
Raffaello iniziò a lavorare alla terza delle Stanze non molto dopo l'elezione di [[Leone X]]. Il pontefice, forse ispirandosi alla scena dell<nowiki>'</nowiki>''[[Incontro tra Leone Magno e Attila]]'' nella [[Stanza di Eliodoro]], in cui aveva fatto inserire il proprio ritratto al posto di quello di Giulio II, scelse come tema della decorazione la celebrazione dei pontefici col suo stesso nome, [[Leone III]] e [[Leone IV|IV]], nelle cui storie, tratte dal ''[[Liber Pontificalis]]'', si potevano cogliere allusioni al pontefice attuale, alle sue iniziative e al suo ruolo<ref name=DVC>De Vecchi-Cerchiari, cit., pagg. 209-210.</ref>.
In questo dipinto e negli altri della Stanza si nota un notevole cambiamento nello stile. Dall'armoniosa bellezza della Stanza della Segnatura si passa qui ad uno stile più ardito e disomogeneo, indice dell'incontro del Sanzio con il [[manierismo]]. In realtà, in questa Stanza, Raffaello dipingerà assai poco, limitandosi al progetto concettuale e alla stesura dei cartoni, e, in quest'opera, si nota prevalentemente la mano del [[Giovan Francesco Penni|Penni]] nel primo piano e di [[Giulio Romano]] sullo sfondo, entrambi pittori manieristi. Raffaello ha però senz'altro ideato l'impianto scenografico dell'affresco, con il piano inclinato e i ''pezzi'' architettonici che fanno da ''quinte'', grande novità dell'opera. Nella prima metà del '500 si inizia, infatti, a teorizzare la scenografia teatrale sulle basi delle opere di [[Vitruvio]] e nel 1540 [[Sebastiano Serlio]] pubblica i primi risultati nel ''Terzo Libro dell'Architettura''. Il [[manierismo]] applicherà fin dal principio questi concetti alla pittura, sganciandosi dalla rigida [[Prospettiva_(arte)|prospettiva scientifica]] rinascimentale. In questo modo [[Raffaello]] riesce a rendere appieno la drammaticità dell'evento storico, anche a costo di deformare la realtà.
Sullo sfondo si staglia la figura [[Papa Leone IV]] che con la sua benedizione placa l'incendio, simbolo della sua volontà di far cessare le guerre all'interno del mondo cristiano.
I tre personaggi nudi e muscolosi sulla sinistra della scena sono un riferimento all'incendio di Troia.
Il vecchio è [[Anchise]] mentre il giovane che lo regge in spalla è [[Enea]].
La donna vestita in giallo ricorda la sibilla Libica della cappella sistina di [[Michelangelo]].
L'altra, sulla destra, che porta una brocca, ricorda Giuditta, Giuditta e Oloferne.
La storia rappresentata viene raccontata soprattutto tramite le architetture.
Partendo dal fondo, c'è la basilica paleocristiana [[basilica di S. Pietro]].
L'edificio da cui si affaccia [[Papa Leone IV]] è di tipo rinascimentale e si riconosce dalle [[guglie]] del [[1400]] e le [[loggette]] del [[1500]].
Le colonne a sinistra, che rappresentano il [[settizonio]] e sostengono una parte di [[trabeazione]], sono [[composite]] e corinzie, mentre le colonne a destra sono di [[ordine ionico]].
 
La prima scena ad essere completata fu l<nowiki>'</nowiki>''Incendio di Borgo'', che diede poi il nome alla stanza. In essa gli interventi autografi del maestro sono ancora consistenti, mentre negli episodi successivi i nuovi impegni presi col pontefice (alla [[Basilica vaticana]] e agli [[arazzi di Raffaello|arazzi per la Sistina]] ''in primis'') resero necessario un intervento sempre più cospicuo degli aiuti, tra cui spiccavano [[Giulio Romano]], [[Giovan Francesco Penni]] e [[Giovanni da Udine]]<ref name=DVC/>.
==Voci correlate==
 
In particolare le valutazioni sull'autografia dell'''Incendio di Borgo'' si basano ancora sulle valutazioni di [[Cavalcaselle]] e riguardano la zona sinistra e parte di quella destra riferibili al Romano, il gruppo delle donne al centro al Penni o a giovanni da Udine, e a Raffaello la testa della fanciulla che si gira in avanti tenendo due vasi, alcune figure dello sfondo compreso il papa e alcuni dettagli sparsi<ref name=D112>De Vecchi, ''Raffaello'', cit., pag. 112.</ref>.
 
== Descrizione e stile ==
Nell'[[847]] divampò nel quartiere antistante l'[[antica basilica di San Pietro]] (il "[[Borgo (rione di Roma)|Borgo]]") un terribile incendio. [[Leone IV]], impartendo la benedizione solonne dalla Loggia delle Benedizioni, fece spegnere miracolosamente il fuoco, salvando la popolazione e la basilica<ref name=D112/>.
 
La storia è calata in un ambiente classico, popolato da figure eroiche che risentono dell'influenza di [[Michelangelo]], con venature letterarie, che alludono allincendio di [[Troia (città)|Troia]] di virgiliana memoria, e politiche, che alludono al ruolo pacificatore del papa tra il divampare dei focolai di guerra tra le potenze cristiane<ref name=D112/>.
 
Due gruppi di architetture fanno da quinte laterali, estremamente dinamiche, mentre al centro uno squarcio in lontananza rivela la figura del pontefice, di immota serenità dovuta alla consapevolezza della sua infallibilità<ref name=D112/>.
 
La parte sinistra, con un tempio in rovina che ricorda il colonnato corinzio del [[tempio di Marte Ultore]], mostra attraverso un arco un edificio in fiamme col tetto ormai scoperchiato. Un uomo nudo si cala dalla parete con la tensione muscolare dello sforzo ben evidente, mentre una donna porge a un uomo un bambino in fasce; più avanti si riconosce [[Enea]] che trascina sulle spalle il padre [[Anchise]] e il figlio [[Ascanio]] a lato<ref name=D112/>. Dietro di essi, la donna vestita in giallo ricorda vagamente la [[Sibilla Libica (Michelangelo)|Sibilla Libica]] di [[Michelangelo]] nella [[volta della Cappella Sistina]].
 
A destra, un gruppo di donne, si affanna per portare contenitori colmi d'acqua per domare le fiamme in un tempio [[stile ionico|ionico]], che ricorda [[tempio di Saturno|quello di Saturno]]<ref name=D112/>.
 
Al centro una serie di donne con bambini si rivolge verso il pontefice, che si affaccia da un'architettura [[bramante]]sca a bugnato, con una loggia col motivo poi detto della [[serliana]]; più a sinistra si intravede la facciata dell'[[antica basilica vaticana]], ornata da mosaici. Il vuote centrale e l'insieme dei gesti riesce a far convergere l'occhio dello spettatore sulla figura del pontefice, per quanto piccola rispetto al primo piano. Tale schema venne ampiamente ripreso dai classicisti seicenteschi<ref name=D112/>.
 
Citazioni dotte e ricercate, prese dalla classicità e dalla modernità, ben rappresentano l'ambiente evocato dai letterati della corte di Leone X.
 
Dall'armoniosa bellezza della [[Stanza della Segnatura]] si è passati ormai a uno stile più ardito e disomogeneo, con una composizione più intensamente scenografica, senza un articolata organizzazione strutturale degli edifici, che paiono appunto quinte teatrali o apparati effimeri predisposti durante le feste (lo stesso Raffaello si occupò direttamente di scenografia). Forte è la componente sperimentale ed è stata paragonata da alcuni, nel suo attingere ai repertori urbinate, umbro, fiorentino e veneziano, al procedimento che in quegli stessi anni coinvolgeva i letterati sulla scelta della lingua. Raffaello andava infatti rielaborando i linguaggi dei suoi predecessori per dare origine a quel [[classicismo]] che tanto influenzò le generazioni successive<ref name=D112/>.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* Pierluigi De Vecchi, ''Raffaello'', Rizzoli, Milano 1975.
* Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
* Paolo Franzese, ''Raffaello'', Mondadori Arte, Milano 2008. ISBN 978-88-370-6437-2
*[[Stefano Zuffi]], ''Il Cinquecento'', Electa, Milano 2005. ISBN 8837034687
 
== Voci correlate ==
* [[Stanza di Eliodoro]]
* [[Stanze di Raffaello]]
 
==Altri progetti==
{{ip|commons=Category:Fire in the Borgo}}
 
==Collegamenti esterni==
*[http://mv.vatican.va/2_IT/pages/x-Schede/SDRs/SDRs_04_03_030.html Scheda nel sito ufficiale del museo]
 
{{Raffaello Sanzio}}