Bimota GB1: differenze tra le versioni

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Nuova pagina: {{S|motociclismo}} {{tmp|moto-modello}} La '''Bimota GB1''' è una motocicletta da competizione prodotta nel 1993 dalla casa motociclistica riminese [[Bimot...
 
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== Storia ==
Realizzata da Bimota per Gilera in due esemplari, la moto era concepita per partecipare al ''Campionato italiano Supermono'', una competizione motociclistica su asfalto riservata a motociclette spinte da motori monocilindrici di elevata cubatura, come sostituta della [[Gilera Piuma]] e aveva come avversaria d'elezione la [[Ducati Supermono]]. Il debutto in gara della moto si ebbe nel marzo 1993 sul [[Misano World Circuit|circuito di Misano]] con in sella il pilota Gianluca Galasso, che portò la moto al quarto posto finale nonostante la moto fosse stata completata solo durante la settimana precedente alla gara<ref>Alan Cathcart, in Superbike, ottobre 1993, pag. 22</ref> e alla quarta gara del campionato la moto conquistò la vittoria. Dei due esemplari ne è rimasto solo uno, che all'inizio degli anni duemila era in possesso della Gilera. Quando il gruppo [[Piaggio]] decise di sospendere la produzione dei grossi monocilindrici ''Gilera Bi4'', la Bimota decise di rivolgersi ad un altro fornitore di propulsori per le sue monocilindriche da gara e la scelta cadde sul motore della [[BMW F650]] prodotto dalla Rotax, dando così vita alla [[Bimota BB1 Supermono|BB1 Supermono]].
 
== Tecnica ==
Il progettista Pierluigi Marconi scelse per la moto un telaio a traliccio di tubi di sezione ovale in acciao al cromo-molibdeno e anche il forcellone è realizzato con la medesima tecnica costruttiva, mentre una coppia di piastre in alluminio fungono da collegamento tra questi elementi, una scelta tecnica che si sarebbe ritrovata oltre dieci anni dopo sulle successive [[Bimota DB7|DB7]] e [[Bimota DB8|DB8]]. La forcella anteriore da 43 mm prodotta da Paioli era del tipo tradizionale e anche il monoammortizzatore postriore proveniva dallo stesso fornitore mentre sul secondo esemplare vennero montati una forcella da 41 mm (sempre della Paioli) e un monoammortizzatore Öhlins. Il telaietto reggisella è ridotto ai minimu termini e sostiene anche il silenziatore dell'impianto di scarico, che passa sotto al codone. Quest'ultimo è integrato con la sella e il copriserbatoio e, rimuovendo tutto il pezzo si ha un'elevata accessibilità al motore<ref>{{cita web|url=http://www.seipel-webdesign.de/gileraclub/main/picsndata/750cc/GB1/gb1-2/gb1-2.html|titolo=Bimota-Gilera GB1|editore=www.seipel-webdesign.de|accesso=22-03-2011}}</ref>.
 
Il propulsore apparteneva alla famiglia dei ''Gilera Bi4'' ed era lo stesso della ''Gilera&nbsp;750&nbsp;RC'', la moto con cui la casa di [[Arcore]] partecipò alla [[Parigi-Dakar]] del 1993, adeguato alle nuove condizioni d'uso: un monocilindrico di 743 cc. a quattro valvole con alimentazione ad iniezione elettronica Bimota-Weber che sviluppava una potenza di 77 CV a 8.800 giri/min<ref>Alan Cathcart, in RPM, 8-22 aprile 1993</ref>. L'eliminazione del contralbero di equilibratura (presente sulla moto di serie da cui proveniva il motore) per incrementarne le prestazioni portò a eccessive vibrazioni che ne minarono l'affidabilità, causando numerose rotture.
 
== Note ==