Musica da tavola: differenze tra le versioni

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È soprattutto nei secoli XVII e XVIII, in [[Germania]] e in [[Francia]], che la musica da tavola seduce i compositori e si ca­ratterizza come vero e proprio [[generi (musicali)|genere]], la cui forma canonica è quella della ''[[suite (musica)|suite]]'' di danze. Di musiche da tavola ne scrivono [[Johann Hermann Schein]] (''Banchetto musicale'', [[1617]]), [[Alexander Avenarius]], [[Andreas Hammerschmidt]], [[Heinrich Ignaz Franz von Biber]] e [[Werner Ehrhardt]] in [[Germania]]; [[Giovan Battista Lulli]] e [[François Delalande]] in [[Francia]]; il veneziano [[Giovan Francesco Grossi]] in [[Italia]]. Ben nota è la ''Tafelmusik'' di [[Georg Philipp Telemann]] (o ''Musique de Table'', [[1733]]), che si struttura in un<nowiki>'</nowiki>''[[ouverture]]'', un [[quartetto]], un [[concerto]], un [[trio]], un brano soli­stico e un finale nella medesima [[tonalità]]. [[Michael Praetorius]] nel suo ''Syntagma musicum'' del [[1619]] parla di questo genere musicale.
 
Non disdegnarono di applicarsi alla musica da tavola lo stesso [[Beethoven]] (il cui [[Ottetto per fiati]] op. 103 del [[1792]] fu composto per allietare la mensa dell’Elettore di [[Bonn]]) e, in tempi più recenti, [[Paul Hindemith]], [[Gerhard Maasz]] e [[Jeno Takács]]. Riconducibili alla musica da tavola sono le brevi composizioni per piano di [[Gioac­chino Rossini]] (famoso per altro anche come gastronomo) intitolate ad antipasti e dessert, sole infrazioni alla decisione presa nel [[1829]] di non scrivere più musica. Tuttavia dal XVIII il termine ''Tafelmusik'' fu sostituito da '' [[Divertimento (musica)|divertimento]]''.