Somalia italiana: differenze tra le versioni
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La '''Somalia Italiana''' fu, dal [[1889]] al [[1905]], un [[protettorato]] e poi, dal 1905, una [[colonialismo italiano|colonia
==Antefatti==
Il [[2 ottobre]] [[1869]] il [[governo italiano]], guidato dal presidente [[Luigi Federico Menabrea]], stipula un trattato segreto per comprare terreno sulle coste dell'Africa allo scopo di promuovere il colonialismo italiano. Nel [[1885]] viene stipulato il primo accordo tra il sultano di [[Zanzibar]] e l'Italia per ottenere un [[protettorato]] sulla Somalia; in realtà l'Italia aveva iniziato ad acquisire il controllo di varie parti della Somalia dal [[1880]] con alle spalle una controversa situazione internazionale, dove alcuni stati sostenevano questo genere di politica estera. Dal [[1869]] esistevano territori italiani privati, di società genovesi poi ceduti allo stato italiano, nella vicina [[Eritrea]]. Tutta l'area si trovava contesa tra Inghilterra, Italia e Francia.
Quando l'Egitto si ritirò dal [[Corno d'Africa]] nel corso del [[1884]], i diplomatici italiani fecero un accordo con la [[Gran Bretagna]] per l'occupazione del porto di [[Massaua]] che assieme ad [[Assab]] formò i cosiddetti ''possedimenti italiani nel Mar Rosso'', dal [[1890]] denominati [[Eritrea (governo)|Colonia Eritrea]], e base per un progetto che doveva sfociare nel controllo dell'intero Corno d'Africa.
I britannici stabilirono il Protettorato della [[Somalia Britannica]], futuro Somaliland, nel 1886, dopo la ritirata egiziana e il trattato con il clan Warsangeli.
Agli inizi degli [[anni 1880]] questa zona era abitata da popolazioni etiopiche, dancale, somale e [[oromo]] autonome o sottoposte a diversi dominatori: gli egiziani lungo le coste del [[Mar Rosso]], sultani (tra cui [[Harar]], Obbia, [[Zanzibar]]), emiri e capi tribali, mentre l'[[Etiopia]], era retta dal Negus Neghesti (Re dei Re) [[Giovanni IV d'Etiopia|Giovanni IV]], con la presenza di un secondo Negus (Re) nei territori del sud: [[Menelik II d'Etiopia|Menelik]].
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Il [[Regno d'Italia]] cominciò a penetrare nell'area somala negli anni Ottanta dell'[[Ottocento]], fino alla creazione di una vera e propria colonia.
{{Quote|''Nel 1891 governo aveva concluso accordi con il [[Sultano di Zanzibar]] per la cessione, in affitto dei porti del [[Benadir]], [[Merca]], [[Brava]], [[Mogadiscio]] e [[Uarscieck]] per il canone annuo di 160 mila [[rupie]] da iniziarsi nel 1893 per un triennio a titolo di esperimento. Il contratto era stato rinnovato alla scadenza, nel 1896. Si giungeva così al 1905, quando lo Stato italiano acquistava per contanti dal Sultano (144 mila sterline) i diritti di sovranità sulla Somalia, che veniva così, da quel momento in poi, amministrata da governatori italiani. Il primo fu Luigi Mercatelli, seguito da Giovanni Cerrina-Ferroni, Alberto Corsi, Gino Macchioro, Giacomo De Martino, nuovamente Cerrina-Ferroni, Carlo Riveri, Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, al quale sarebbero succeduti Guido Corni, Maurizio Rava, e il maresciallo Rodolfo Graziani.Nel frattempo, a partire dal 1908, era iniziata la conquista del retroterra verso
Nel [[1936]], dopo la [[guerra d'Etiopia]], la Somalia Italiana entrò a far parte dell'[[Africa Orientale Italiana]] insieme all'[[Etiopia]] e all'[[Eritrea]] e le venne aggiunto l'[[Ogaden]].
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