Ambrogio Donini: differenze tra le versioni
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Candidato alla [[Assemblea Costituente|Costituente]], non fu eletto. Togliatti lo propose come sottosegretario agli Esteri, ma la candidatura fu rifiutata da [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]], che non voleva «uomini come Buonaiuti nella compagine ministeriale». Fu allora proposto come ambasciatore in [[Polonia]], dopo le dimissioni di [[Eugenio Reale]], e De Gasperi accettò, «lieto di poter allontanare dall'università un docente osteggiato dalle autorità ecclesiastiche».<ref>A. Donini, cit., p. 113.</ref>
Il suo incarico a [[Varsavia]] durò poco più di un anno, dal marzo del [[1947]] all'aprile del [[1948]]. Nel maggio del 1947 De Gasperi aveva formato un nuovo governo che escludeva i Partiti socialisti e comunisti, e Donini avrebbe già voluto rassegnare le dimissioni, ma ne fu dissuaso. Nei primi del 1948 favorì la stipula di un trattato commerciale tra l'Italia e la Polonia - autocarri [[FIAT]] in cambio di carbone polacco - e in primavera, dopo essere stato eletto membro del Comitato centrale del PCI, fu candidato al Senato per le elezioni del [[18 aprile]]. Aver tenuto un comizio elettorale a Roma, ai primi di aprile, fornì al governo il pretesto per destituirlo dall'incarico di ambasciatore.<ref>A. Donini, cit., p. 127.</ref>
Donini non fu eletto e riprese l'insegnamento nell'Università di Roma. Prese anche parte attiva al movimento dei «Partigiani della pace», organizzazioni di base nate nel 1948 e sviluppatesi in molti paesi con l'obbiettivo di favorire il dialogo tra le due maggiori potenze e rendere impossibile l'impiego delle armi nucleari. Donini partecipò al I Congresso, tenuto in agosto a [[Wroclaw]], in Polonia.
== Opere ==
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