Socrate: differenze tra le versioni

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La scoperta dell'anima umana: il testo citato dice l'opposto
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La scoperta dell'anima umana: anche qui il testo indicato in realtà dice l'opposto
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{{quote|La scoperta comportava qualcosa di più della semplice semantica del vocabolo ''psyché''. Anche i pronomi greci, quelli personali e i riflessivi, cominciarono a trovarsi situati in nuovi contesti sintattici, ad essere usati per esempio come oggetti di verbi conoscere, o posti in antitesi col "corpo" o col "cadavere" in cui si riteneva che l'ego abitasse. Ci troviamo qui di fronte a un mutamento nella lingua greca [...] parte di una più ampia rivoluzione intellettuale che investì l'intero orizzonte dell'esperienza culturale della Grecia.|E. A. Havelock, ''Cultura orale e civiltà della scrittura'', , Laterza, Roma-Bari 1973, pp. 161-162}}
 
Alcuni interpreti hanno contestato questi esiti, in particolare la dottrina dell'anima andrebbe riportata esclusivamente al pensiero platonico secondo «la cosiddetta interpretazione "evolutiva" della filosofia platonica, cioè l’idea che nel suo lungo itinerario filosofico Platone avesse sviluppato e mutato, anche profondamente, il suo pensiero, passando gradatamente da una fase giovanile di preponderante impegno apologetico nei confronti di Socrate,<ref>«...il riconoscimento, nell’attività di Platone, di una fase letteraria giovanile, alla quale venivano fatti risalire quei dialoghi (Ippia minore, Liside, Carmide, Lachete, Protagora, Eutifrone, Apologia e Critone) nei quali manca ogni riferimento alla dottrina delle idee, qualsiasi indagine di filosofia della natura e di antropologia, non compare la dottrina dell’immortalità dell’anima e ci si limita a indagini morali, considerate tradizionalmente più proprie del Socrate storico» (G. Giannantoni, ''Dialogo socratico e nascita della dialettica nella filosofia di Platone'', ed. Bibliopolis 2005, p. 18)</ref> di difesa della sua memoria e di riflessione appassionata sulla sua eredità filosofica, a una fase di progressivo distacco dal maestro (la fase della cosiddetta "crisi del socratismo"), fino alla conquista della sua piena maturità e originalità, caratterizzata dalla dottrina delle idee, dalla dottrina della natura e del destino dell’anima umana e dalla costruzione del suo grande edificio filosofico ed etico-politico».<ref>G. Giannantoni, ''Dialogo socratico e nascita della dialettica nella filosofia di Platone'', Bibliopolis, Napoli 2005, ''ibidem''</ref> Che la concezione dell'anima immortale sia da riferirsi esclusivamente a Platone e non a Socrate è sostenutostato anchetuttavia contestato da chi ha documentato come i riferimenti nei dialoghi, specie nel ''Fedro'' e nel ''Timeo'', indicano come l'anima cui si riferisce Socrate sianon l'interioritàsi razionalepossa dell'uomo:ridurre ad una semplice sintesi di anima e corpo., bensì da concepire in opposizione dualistica con quest'ultimo.<ref>«Dunque il corpo è coinvolto sì nel ''dialèghestai'' [nel discutere], ma che sia il soggetto di esso è solo ''ciò che appare'' a prima vista» (Maurizio Migliori, Linda M. Napolitano Valditara, Arianna Fermani, ''Interiorità e anima: la psychè in Platone'', Vita e Pensiero, 2007 Introduzione, p.XI nota 11, p.XXXI nota 40 , p.XXXIV nota 46.</ref> <ref> Cfr. anche: Cornelia De Vogel, in ''Ripensando Platone e il Platonismo'', Vita e Pensiero, Milano 1990.</ref>
 
Secondo il ''Fedone'' di Platone, tuttaviainoltre, Socrate afferma che solo con la morte egli potrà raggiungere la piena autenticità del proprio essere, prescindendo quindi dal corpo e sottintendendo l'immortalità dell'anima,<ref>''Fedone'', 67 d-e.</ref> e così anche nell'''Alcibiade Maggiore'' egli intesse un dialogo volto a distinguere nettamente l'anima dal corpo.<ref>''Alcibiade Maggiore'', 128 e - 130 e :
<poem>Socrate: L'uomo non si serve di tutto il corpo?
Alcibiade: Senz'altro.