Orneore Metelli: differenze tra le versioni

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==Biografia==
 
Orneore Metelli nascenacque a [[Terni]] il [[2 giugno]] [[1872]] da una famiglia borghese. Per la gran parte della vita fasvolse, come il padre, ill'attività di calzolaio e in questo ruolo si guadagnaottenne vari riconoscimenti sia in ambito locale che nazionale. La calzoleria Metelli èera in quegl'quegli anni un punto di riferimento per tuttila coloroproduzione iartigianale quali desiderinodi calzature di ottima fattura e nellala suaclientela bottegaera c'ècostituita un continuo viavai dida nobili, alto-borghesi, ufficiali e prelati che vedonovedevano in Orneore un sicuro interlocutore per scarpe create con ineccepibile maestria.
A questa attività affianca un impegno altrettanto smisurato nella musica entrando, come primo bombardino, nella fanfara cittadina e, come primo trombone, nell'orchestra del teatro Verdi.
Purtroppo con l'avanzare dell'età incorre in alcuni disturbi cardiaci e un medico gli proibisce di bere vino e di affaticarsi suonando la tromba. Purtroppo Metelli sente di essere un artista e quindi questa rinuncia gli costa moltissimo però dopo un attimo di smarrimento dedice di indirizzare la sua creatività verso la pittura che esercita come passatempo nei momenti liberi.
Ovviamente considera le sue creazioni come opere non degne di nota e le tiene più o meno nascoste.
Nel [[1936]] conosce il giovane scultore ternano [[Aurelio De Felice]] che rimane folgorato dall'inventiva che il calzolaio mette nelle sue creazioni e gli promette di "renderlo celebre".
Negli anni seguenti l'amicizia e la stima tra i due si consolida e ad ogni incontro Metelli regala al concittadino dei suoi quadri ricordandogli scherzosamente la sua promessa.
Muore a [[Terni]] il [[26 novembre]] [[1938]].
 
A questa attività affiancaMetelli affiancava un impegno altrettanto smisurato nella musica entrando, come primo bombardino, nella fanfara cittadina e, come primo trombone, nell'orchestra del teatro Verdi.
==Dopo la morte==
PurtroppoA concausa l'avanzare dell'età incorre in alcunidei disturbi cardiaci esopravvenuti uncon medicol'età, gli proibiscefu proibito di bere vino e di affaticarsi suonando la tromba. Purtroppo Metelli sente di essere un artista e quindi questaQuesta rinuncia gli costacostò moltissimo, peròma dopo un attimo di smarrimento dedicedecise di indirizzare la sua creatività verso la pittura, che esercitagià aveva cominciato ad esercitare come passatempo nei momenti liberi dal [[1922]].
Ovviamente consideraconsiderava le sue creazioni come opere non degne di nota e le tieneteneva più o meno nascoste.
 
Nel [[1936]] conosceconobbe il giovane scultore ternano [[Aurelio De Felice]] che rimanerimase folgorato dall'inventiva che il calzolaio mettemetteva nelle sue creazioni e gli promettepromise di "renderlo celebre".
Per tutta la vita non ha nessun rapporto con critici d'arte, galleristi o esperti d'arte ma il suo concittadino De Felice lo ha sicuramente valutato in prospettiva.
Negli anni seguenti l'amicizia e la stima tra i due si consolidaconsolidò e ad ogni incontro Metelli regalaregalava al concittadino dei suoi quadri ricordandogli scherzosamente la sua promessa.
Tenendo fede alla promessa fatta nel 1936 lo scultore comincia a far vedere le opere del Metelli in giro per valutare la reazione del pubblico.
MuoreMetelli morì a [[Terni]] il [[26 novembre]] [[1938]].
La prima prova ufficiosa avviene nel 1942 durante la mostra retrospettiva organizzata da Ugo Castellani e Aurelio De Felice a Terni presso palazzo Carrara.
La seconda avviene nel 1945 alla Galleria del Secolo in Via Veneto a Roma ed è un grande successo anche se limitato.
La terza si svolge nuovamente a Roma l'anno seguente e pur non essendo molto apprezzata dal pubblico attira su di se un'insperata attenzione dei media grazie a un concorso per la migliore recensione vinto dal poeta [[Libero de Libero]].
Il concorso porta una valanga di articoli sulla stampa specializzata e normale e il nome di Metelli varca per la prima volta i confini nazionali. Nel [[1947]] la Kunsthalle di [[Berna]], seguita da altre città elvetiche, chiede di poter avere le opere di Metelli per realizzare una mostra postuma.
 
==Dopo la morte==
Le mostre svizzere sono un successo di pubblico e critica e la la stampa italiana specializzata lancia il suo nome tra i grandi dell'arte.
Per tutta la vita non haebbe nessun rapporto con critici d'arte, galleristi o esperti d'arte ma il suo concittadino De Felice, lotenendo hafede sicuramentealla valutatopromessa fatta nel 1936, cominciò a mostrare le opere del Metelli in prospettivagiro per valutare la reazione del pubblico.
 
La prima prova ufficiosa avvieneavvenne nel 1942 durante la mostra retrospettiva organizzata da Ugo Castellani e Aurelio De Felice a Terni presso palazzo Carrara.
Il giornalista [[Zavattini]], scrive su "[[Il Minuto]]" (giornale di Roma) del [[16 giugno]] [[1946]]:
La terzasuccessiva, sinel svolge1945 nuovamentealla Galleria del Secolo in Via Veneto a [[Roma]], lfu un grande successo anche se limitato. Una mostra dell'anno seguente, esempre a Roma, pur non essendo molto apprezzata dal pubblico, attira su di seattirò un'insperata attenzione deidella mediastampa grazie a un concorso per la migliore recensione vinto dal poeta [[Libero de Libero]].
 
Il concorso portaportò una valanga di articoli sulla stampa specializzata e normale e il nome di Metelli varcavarcò per la prima volta i confini nazionali. Nel [[1947]] la Kunsthalle di [[Berna]], seguita da altre città elvetiche, chiedechiese di poter avere le opere di Metelli per realizzare una mostra postuma.
{{quote|Metelli sublima sempre la cosa, la persona, l'avvenimento, la sua stessa firma, con lo stile della
 
Le mostre svizzere sonofurono un successo di pubblico e critica e la la stampa italiana specializzata lancialanciò il suo nome tra i grandi dell'arte.
memoria, essendo uno che più che vedere ricorda e, ancor più preciso, vede per ricordare.}}
 
Il giornalista [[Zavattini]], scrivescrisse su "[[Il Minuto]]" (giornale di Roma) del [[16 giugno]] [[1946]]:
Metelli iniziò a dipingere nel 1922 a cinquantadue anni. Il suo stile si rifà a una visione del Mondo in cui
 
{{quote|Metelli sublima sempre la cosa, la persona, l'avvenimento, la sua stessa firma, con lo stile della memoria, essendo uno che più che vedere ricorda e, ancor più preciso, vede per ricordare.}}
la realtà sembra una scena teatrale; lo stesso Metelli scriverà:
 
Il suo stile si rifà a una visione del mondo in cui la realtà sembra una scena teatrale; lo stesso Metelli scriveràscrisse:
{{quote|...mi pareva che tutta la città fosse una meravigliosa e non veduta scena dipinta e luminosa e piena di
 
{{quote|...mi pareva che tutta la città fosse una meravigliosa e non veduta scena dipinta e luminosa e piena di mille forme e mille apparenze e l'azioni di quel tempo simili a quelle che son rappresentate nei teatri.}}
 
Lo storico [[Pompeo De Angelis]], autore di una biografia edita nel 1997, lo definisce "progressista ma triste", "pittore pieno di idee".
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==Bibliografia==
 
[[File:Orneore Metelli, Temporale alla stazione di Assisi, 1938.jpeg|thumb|right|Orneore Metelli, ''Temporale alla [[stazione di Assisi]]'' (1938)]]