Utente:Sara.perrone/sottopagina: differenze tra le versioni

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* il “kermes”, piccolo insetto che nasce sulla parte inferiore della foglia e in seguito si attacca al ramo dell’ulivo, di conseguenza la pianta è molto debole;
* il “bruco minatore” .
 
==='''SECONDA PARTE'''===
 
Nella seconda parte si passa all’illustrazione delle olive per peso lunghezza e colore. L’autore riportò proprio un elenco dei vari tipi di olive scoperti nel Salento:
* l’uliva grossa ovale detta “uliva grossa” o “uliva di Spagna”, chiamata dai Greci e dai Latini “Orcas, Orchis, Orchitis”. La sua polpa è “soda”e produce un olio molto delicato;
* “l’uliva grossa di punta tronca” chiamata dai Tarantini “Uliva Cazzarola”, mentre dal resto dei salentini “uliva grossa da cazzare bianco”;
* l’uliva grossa ovale detta “sanguinesca” che differisce dalla prima in quanto ha la punta più tondeggiante;
* l’oliva grossa fatta a “pendente”, poco oliosa;
* l’oliva grossa ovale meno lunga delle altre;
* la “Angelica Palmieri”, anche questa un’oliva grossa con la pelle macchiata;
* “l’uliva grossa cordiforme”, che è la più grossa di tutte;
* “l’uliva in forma di limoncello” detta la “Limoncella”;
* “l’uliva Mennella”, non produce troppo olio;
* la “piccolla mennella”, quasi dolce;
* “l’uliva dolce”, la cui forma è simile a quella di una pera;
* l’oliva “Cerasola”, la quale scarseggia di olio;
* l’oliva dolce di “Barbarano” che ha poca polpa;
* l’oliva chiamata da Presta “uliva albicocca” in quanto è composta da due metà formate a cucchiaio;
* “l’uliva Baresana” che giunse la prima volta da Bari, molto nera e tenerissima;
* la “Pasola”, anticamente “Pausia, Posia, e Posea”;
* la “”Cornolara, o Corniola”, scarseggia di olio però il suo olio mantiene un buon sapore per molti anni;
* “l’uliva tonda di Galatone”;
* “l’Ulivastrona dolce”, appunto molto dolce;
* la “Palmierina”, piccola e oovale;
* “l’uliva a ciocca”, così chiamata in quanto l’albero allega i frutti a ciocche;
* l’oliva “Manna”, piccola e di sapore molto dolce.
Presta riporta anche le tre olive di origine toscana, affermando che “l’infrantoia” è la migliore razza di ulivo, e le tecniche usate a Firenze che Marco Lastri gli aveva detto nella loro corrispondenza epistolare.
 
 
=='''Bibliografia'''==