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==Distribuzione e habitat==
Gli studiosi ritengono che l'areale storico dei leoni asiatici della sottospecie ''persica'' si estendesse, attraverso l'attuale Iran, fino all'India settentrionale a est,
L'areale moderno del leone asiatico è ristretto solamente al Santuario della Foresta di Gir, situato nell'India nord-occidentale.
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I leoni asiatici sono simili alle forme africane, ma hanno bolle timpaniche meno rigonfie, costrizione post-orbitale più breve e, di solito, foro infraorbitale diviso. Il colore della criniera varia dal marrone-rossastro al nero grigio sabbia The color ranges from reddish-brown to a highly mottled black to sandy cinnamon grey.<ref name="USSR">{{cite book | author = V.G Heptner & A.A. Sludskii | title = Mammals of the Soviet Union, Volume II, Part 2 | year = | pages = | isbn = 9004088768}}</ref>
Le loro dimensioni corrispondono a quelle dei leoni diffusi nelle regioni centrali dell'Africa. Nei maschi adulti la lunghezza massima del cranio è di 330–340 mm, mentre nelle femmine è di 266–277 mm<ref name="USSR" />. I maschi possono raggiungere il peso di 160–190 kg e le femmine di 110–120 kg<ref name=CAP>{{cite book |author=Nowell K, Jackson P |title= Wild Cats: Status Survey and Conservation Action Plan|url=http://carnivoractionplans1.free.fr/wildcats.pdf |format=PDF |year=1996 |publisher=IUCN/SSC Cat hi ialist Group |___location= Gland, Switzerland |isbn=2-8317-0045-0 |pages= 17–21|chapter= Panthera Leo}}</ref>. Il più lungo maschio catturato misurava 292 cm di lunghezza<ref name="Idem">Idem</ref>, mentre la maggiore altezza
I leoni asiatici sono [[animali]] molto sociali che vivono in unità chiamate branchi. Questi sono meno numerosi di quelli dei leoni africani e in media comprendono due sole femmine, al contrario delle quattro-sei femmine che si incontrano nei branchi africani. Hanno abitudini meno socievoli e si congiungono con gli altri membri del branco solamente per accoppiarsi o
==Conservazione==
[[File:Adult Male Asiatic lion.jpg|thumb|left|Un maschio adulto di leone asiatico.]]
Nel [[Gir Forest Wildlife Sanctuary|Parco Nazionale della Foresta di Gir]], in [[India]] occidentale, vivono circa 411 leoni (dato dell'aprile del 2010) in un santuario di 1412 km² ricoperto da boscaglie e foreste decidue aperte. Si ritiene che nel 1907, quando il [[Nababbo]] di [[Junagadh]] assicurò loro completa protezione, fossero rimasti solo 13 esemplari. Questa
[[File:Young Male Asiatic Lion.jpg|thumb|right|Un giovane maschio di leone asiatico.]]
Fino a circa 150-200 anni fa i leoni asiatici, diffusi in molte regioni dell'India occidentale e centrale, condividevano gran parte del loro areale con le [[Panthera tigris tigris|tigri del Bengala]] e i [[Panthera pardus fusca|leopardi indiani]], oltre che con i [[Acinonyx jubatus venaticus|ghepardi asiatici]], oggi scomparsi dall'India. Tuttavia, i [[Acinonyx jubatus venaticus|ghepardi asiatici]] prediligevano le praterie aperte, mentre i leoni asiatici preferivano le foreste aperte miste a distese erbose, aree che offrono dimora anche a tigri e leopardi. Una volta è probabile che le [[Panthera tigris tigris|tigri del Bengala]] e i leoni asiatici fossero in competizione sia per le prede che per il territorio.
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Nell'area del parco sono stati scavati dagli agricoltori tra i 15.000 e i 20.000 pozzi aperti, utilizzati per l'irrigazione; essi, però, costituiscono anche delle trappole che hanno già portato alla morte per annegamento molti leoni. Per contrastare il problema è stata suggerita la costruzione di muretti attorno a tali pozzi, nonché l'utilizzo di pozzi coperti scavati con delle trivelle.
Gli agricoltori che vivono ai confini della Foresta di Gir utilizzano frequentemente rudimentali e illegali recinzioni elettrificate alimentate
Al declino dell'area della Foresta di Gir ha contribuito anche la presenza dei pastori nomadi conosciuti come Maldhari. Le loro comunità sono vegetariane e non praticano il bracconaggio, ma ogni famiglia possiede in media 50 bovini (le cosiddette «vacche di Gir») che arrecano notevoli danni di sovrapascolo<ref name=momos/>. La distruzione dell'habitat ad opera dei bovini e degli incendi boschivi appiccati per esigenze umane riducono il numero delle prede naturali e minacciano i leoni. Questi ultimi, costretti dalla mancanza di prede naturali, attaccano le mandrie e divengono a loro volta bersaglio degli uomini. Molti Maldhari sono stati trasferiti oltre i confini del parco dalle guardie forestali per garantire ai leoni un ambiente il più naturale possibile e una maggiore disponibilità di prede.
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===Rischi di inincrocio===
[[File:Asiatic african lions.jpg|thumb|Un leone africano (sopra) e uno asiatico (sotto) raffigurati sul ''Johnsons Book of Nature''.]]
Si dice che l'attuale popolazione selvatica di più di 400 leoni asiatici derivi tutta da soli 13 esemplari, il che la renderebbe molto
Studi successivi, comunque, hanno suggerito che la bassa variabilità genetica potrebbe essere una caratteristica della popolazione originaria e non il risultato di inincroci avvenuti in tempi recenti. Essi hanno mostrato anche che la variabilità negli immunotipi è simile a quella riscontrata nelle popolazioni di tigri e che non vi sono anomalie negli spermatozoi dell'attuale popolazione di leoni asiatici<ref>Shivaji,S. , D. Jayaprakash and Suresh B. Patil (1998) Assessment of inbreeding depression in big cats: Testosterone levels and semen analysis. Current science. 75(9):23-30 [http://www.iisc.ernet.in/~currsci/nov10/articles19.htm]</ref><ref>{{cite web|url=http://www.cza.nic.in/research1.html |title=Central Zoo Authority of India (CZA), Government of India |publisher=CZA |date= |accessdate=2010-12-14}}</ref>. I risultati di questi studi sono stati però messi in questione a causa dell'utilizzo di tecniche RAPD, inadeguate per le ricerche di genetica delle popolazioni<ref name="bigcatgenes">authors? (1997) "[http://www.sciencemag.org/content/vol278/issue5339/r-samples.dtl#278/5339/807b Indians Look At Their Big Cats' Genes]", Science, 278: 807 DOI: 10.1126/science.278.5339.807b</ref>.
===Inquinamento genetico in cattività tra leoni asiatici e africani===
Fino ad anni recenti i leoni asiatici tenuti in cattività negli [[Giardino zoologico|zoo]] indiani venivano fatti tranquillamente incrociare con [[Panthera leo|leoni africani]] confiscati ai [[Circo|circhi]], il che ha portato all'inquinamento genetico dei leoni asiatici in cattività. Questo fatto portò alla completa interruzione dei programmi di riproduzione in cattività di questo animale condotti sia dall'European Endangered Species Programme (EEP) europeo che dallo Species Survival Plan (SSP) americano, dal momento che si scoprì che gli animali progenitori, originariamente importati dall'India, erano [[Ibrido|ibridi]] derivati dall'accoppiamento tra leoni africani e asiatici. Da allora, l'India ha posto rimedio ai propri errori e adesso consente l'accoppiamento solo tra leoni asiatici puri; in tale modo ha ridato il via al progamma europeo per l'accoppiamento in cattività di specie minacciate (EEP) inerente i leoni asiatici. Tuttavia, l'SPP americano, che aveva completamente interrotto il programma di riproduzione in cattività già dall'inizio degli anni '80, ha di nuovo ricevuto
:African-Asian lion problems were first spotted in the US. It’s the price you pay for playing God. After toying with lion-breeding programmes for years, zoo officials in India are facing a man-made evolutionary disaster.</ref><ref>S.J. O’Brien et al. (1987) [http://www.asiatic-lion.org/captive.html "Evidence for African Origins of the Founders of the Asiatic Lion SSP"] Zoo Biology.
:The report’s authors used genetic tests to compare the wild population in the Gir park with those in captivity. They have concluded that the captive population is not pure Asiatic. As a result of the O’Brien report, the SSP was discontinued. Asiatic Lion Information Centre Accessed on September 19, 2007</ref>.
==Reintroduzioni in natura==
[[Image:Lion-map-3.png|thumb|
Per oltre un decennio sono stati effettuati dei tentativi per stabilire una seconda popolazione indipendente di leoni asiatici nel Santuario per la Natura di Palpur-Kuno, nello Stato indiano del Madhya Pradesh. I ricercatori dell'Istituto indiano per la Natura hanno infatti confermato che questo Santuario sia la località più promettente per reistabilire una popolazione selvatica di questi felini e i responsabili dell'area protetta hanno dichiarato di essere già pronti ad accogliere il primo stock di leoni<ref name = "Johnsingh2004">A.J.T. Johnsingh (2004) [http://www.wii.gov.in/publications/newsletter/winter04/wii%20in%20field.htm “Is Kuno Wildlife Sanctuary ready to play second home to Asiatic lions?], published in the Newsletter of Wildlife Institute of India (WII) 11 (4)</ref> proveniente dal [[Gir Forest Wildlife Sanctuary|Santuario per la Natura di Gir]], dove sono divenuti troppo numerosi. Il Santuario di Palpur-Kuno è stato scelto come sito di reintroduzione perché questa località è situata all'interno dell'areale storico dei leoni asiatici, dalla quale scomparvero nel 1873 in seguito alla caccia sconsiderata<ref name = "Johnsingh2004" />.
Tuttavia, lo Stato del Gujarat sta opponendo resistenza alla reintroduzione, dal momento che il Santuario di Gir perderebbe il suo status di unica dimora al mondo dei leoni asiatici. Il Gujarat ha sollevato varie obiezioni alla proposta e tutta la faccenda è ora in mano alla Corte Suprema Indiana. Nel frattempo, i gestori del Santuario di Kano stanno portando avanti l'idea di rilasciare in natura dei leoni allevati in cattività, dopo averli addestrati alle tecniche di caccia e alle altre tecniche di sopravvivenza.
==I leoni asiatici in Europa ed Asia sud-occidentale==
[[File:Persicaleo.jpg|thumb|left|''Panthera leo persica''
Un tempo anche in [[Europa]] si trovavano i leoni. [[Aristotele]] ed [[Erodoto]] scrissero che erano presenti nei [[Penisola balcanica|Balcani]]. Quando il re [[Iran|persiano]] [[Serse I di Persia|Serse]] avanzò attraverso la [[Regno di Macedonia|Macedonia]] nel 480 a.C. vari [[Camelus|cammelli]] che trasportavano le vettovaglie furono uccisi dai leoni. Si ritiene che questi felini siano scomparsi dai territori dell'attuale [[Grecia]] attorno all'80-100 d.C. Nell'arte mitologica greca la figura del leone di Nemea è strettamente associata alle raffigurazioni di Eracle/Ercole.
Taluni studiosi ritengono la popolazione europea di leoni appartenente alla stessa sottospecie del leone asiatico (''Panthera leo persica''), ma altri la considerano una sottospecie separata, il [[Panthera leo europaea|leone europeo]] (''Panthera leo europaea''), o perfino come un'ultima popolazione relitta del [[Panthera leo spelaea|leone delle caverne]] (''Panthera leo spelaea'').
In alcuni reperti di arte scita provenienti dall'Ucraina, risalenti al IV secolo a.C., sono raffigurati molto realisticamente dei cacciatori che danno la caccia ai leoni. I leoni sopravvissero nella regione del Caucaso fino al X secolo. Tale area dette dimora alla loro popolazione più settentrionale ed era l'unico luogo dell'ex [[Unione Sovietica]] ad aver ospitato dei leoni in epoca storica. Questi felini scomparvero dall'[[Armenia]] attorno all'anno 100 e dall'[[Azerbaigian]] e dalla [[Russia]] sud-occidentale nel corso del X secolo. Il motivo prevalente della loro scomparsa da queste zone fu la caccia data loro in quanto ritenuti dannosi predatori. Nella regione questi grandi felini davano la caccia a [[Bison bonasus|bisonti europei]], [[Alces alces|alci]], [[Bos primigenius|uri]], [[Equus ferus ferus|tarpan]], [[Cervidae|cervi]] ed altri ungulati.
▲[[File:Persicaleo.jpg|thumb|left|''Panthera leo persica'', sketch by A.M Kamarov (1826)]]
[[Image:Kelileh va Demneh.jpg|thumb|Una pagina tratta dal ''Kelileh o Demneh'' (1429), proveniente da [[Herat]]; quest'opera è la traduzione [[Lingua persiana|persiana]] del ''[[Pañcatantra|Panchatantra]]'' dell'India antica (raccolta di racconti i cui protagonisti sono gli animali selvatici locali presenti nelle [[Giungla|giungle]] dell'India, tra cui il leone asiatico/indiano) derivata dalla versione [[Lingua araba|araba]] — ''Kalila wa Dimna''. In quest'immagine è raffigurato il manipolatore visir-sciacallo Dimna mentre cerca di convincere il suo re-leone ad entrare in guerra.]]
==Il leone berbero==
Nel 1968 uno studio basato sul confronto tra i crani degli [[Estinzione|estinti]] leoni berberi (del Nordafrica) e [[Panthera leo melanochaita|del Capo]] con quelli di leoni asiatici e africani mostrò che quelli berberi e asiatici presentavano una stessa caratteristica - una barra orbitale molto sottile. Tale aspetto dimostra una stretta parentela tra i leoni delle regioni più settentrionali dell'Africa e quelli dell'Asia. Si ritiene che i [[Panthera leo europaea|leoni europei]] delle regioni meridionali del continente europeo, scomparsi attorno all'80-100 a.C., potrebbero aver rappresentato un anello di congiunzione tra i leoni nordafricani e quelli asiatici. Inoltre gli studiosi sostengono che i leoni berberi possedessero la stessa piega ventrale (nascosta sotto la criniera) presente nei leoni asiatici odierni.
==Il leone asiatico nella mitologia e nell'arte==
[[File:Durga 2005.jpg|upright|thumb|La dea [[
▲Lions remained widespread elsewhere until the mid-19th century when the advent of firearms led to its extinction over large areas. The last sighting of a live Asiatic Lion in [[Iran]] was in 1941 (between [[Shiraz]] and Jahrom, [[Fars Province|Fars]] province). In 1944, the corpse of a lioness was found on the banks of [[Karun]] river, [[Khuzestan]] province, [[Iran]]. There are no subsequent reliable reports from [[Iran]].<ref>{{cite book | author=Guggisberg, C.A.W. |year=1961 |title= Simba: The Life of the Lion | publisher=Howard Timmins, Cape Town}}</ref> By the late 19th century the lion had disappeared from [[Turkey]].<ref>{{cite book | author=Ustay, A.H.|year=1990|title= Hunting in Turkey|publisher=BBA, Istanbul}}</ref><ref>Asiatic Lion Information Centre. 2001 Past and present distribution of the lion in North Africa and Southwest Asia. Downloaded on 1 June 2006 from [http://www.asiatic-lion.org/distrib.html]</ref>
* Il simbolo del leone è strettamente connesso con i popoli persiani. È risaputo che sui troni e sugli indumenti dei re [[Dinastia achemenide|achemenidi]] fossero presenti delle raffigurazioni di leoni. Lo Shir-va-Khorshid, o Leone e Sole, è uno dei più importanti simboli dell'Iran. Risale alla dinastia [[Safavidi|safavide]] e comparve sulla bandiera dell'Iran fino al 1979.
* Molto presente su numerose [[Bandiera|bandiere]] e [[Stemma|stemmi]] di Asia ed Europa, il leone asiatico compare anche sull'emblema nazionale dell'India.
▲{{ main|Barbary Lion }}
* [[Narasimha]] («uomo-leone», detto anche ''Narasingh'' o ''Narasinga'') viene descritto come un'incarnazione ([[Avatāra|avatara]]) di [[Vishnu]] nei testi [[Purana|puranici]] dell'[[induismo]] ed è venerato come «Dio Leone»; nei tempi antichi, quindi, quando i leoni indiani o asiatici erano comuni in gran parte dell'India, erano considerati sacri da tutti gli [[Induismo|indù]].
▲[[File:Durga 2005.jpg|upright|thumb|[[Hindu]] Goddess [[Durga]], a form of [[Parvati]], has an Asiatic lion as Her [[vahana]]m or divine mount]]
* I Singalesi sono il più importante gruppo etnico dello [[Sri Lanka]]. Il nome Sinhala significa «popolo di leoni» e si riferisce ai miti legati all'origine del leggendario progenitore del popolo singalese 2500 anni fa, il [[Vijaya di Sri Lanka|Principe Vijaya]].
* Singh è un cognome molto comune tra i [[Sikhismo|Sikh]] e gli [[Induismo|Indù]] e significa «[[Panthera leo|leone]]»; risale ad oltre 2000 fa, ai tempi dell'[[Storia dell'India|antica India]]. Deriva dal termine [[sanscrito]] «simha», che vuol dire «leone». Originariamente veniva utilizzato solamente dai [[Rajput]], una [[kshatriya]] (o [[casta]] militare) [[Induismo|indù]], presente in India già nel VII secolo. Dopo la nascita dell'organizzazione dei Khalsa nel 1699, i [[Sikhismo|Sikh]] adottarono il nome «Singh» in onore di [[Guru Gobind Singh]]. Oggi, oltre che tra milioni di Rajput indù, questo cognome è presente anche tra una decina di milioni di [[Sikhismo|Sikh]] di tutto il mondo<ref>Dr. McCleod, Head of Sikh Studies, Department of South Asian Studies, McMaster University, Hamilton, Ontario, Canada</ref><ref>Khushwant Singh, ''A History of the Sikhs, Volume I''</ref>.
* ''Singhāsana'' (letteralmente «sedia del leone») è il tradizionale nome [[sanscrito]] con cui veniva chiamato il [[trono]] dei re indù fin dall'antichità.
*
* Il leone asiatico compare più volte nella [[Bibbia]]; il più famoso di essi è quello che combatte contro [[Sansone]] nel [[Libro dei Giudici]].
* Il leone asiatico è l'animale che ha ispirato la cosiddetta danza del leone, parte importante delle celebrazioni tradizionali per il [[capodanno cinese]] e di altri Paesi asiatici.
[[Image:Capitel de Sta María la Real (Aguilar de Campoo) M.A.N. 01.jpg|thumb|upright|Questo [[
* In Cina sono molto diffusi i cosiddetti «leoni guardiani». I leoni non sono originari della Cina, ma vivevano in regioni situate ai suoi confini, come l'India e il [[Tibet]] occidentale. I leoni<ref>{{cite web|url=http://www.tribuneindia.com/2002/20021006/spectrum/art.htm |title=Where does the Lion come from in ancient Chinese culture? Celebrating with the Lion Dance by B. N. Goswamy, October 6, 2002, The Tribune Newspaper, Chandigarh, India |publisher=Tribuneindia.com |date= |accessdate=2010-12-14}}</ref> raffigurati nei templi indiani sono stati il modello di quelli presenti nell'arte cinese. In passato si riteneva che i monaci buddisti, o forse dei mercanti, avessero riportato in Cina la descrizione di questi leoni scolpiti posti all'ingresso dei templi. In seguito gli scultori cinesi utilizzarono tali descrizioni per realizzare i cosiddetti «Leoni Fo» («Fo», 佛, è il termine cinese per Buddha), modellando raffigurazioni di cani del luogo (probabilmente [[Mastino tibetano|mastini tibetani]]) e aggiungendogli un'ispida criniera. Le più antiche raffigurazioni di questi «Leoni Fo» nell'arte religiosa cinese risalgono al 208 a.C.
[[File:Kaykhusraw II dirham.jpg|right|thumb|Un [[
* Il leone delle nevi tibetano (in [[Lingua tibetana|tibetano]] གངས་སེང་གེ་, traslitterato in [[Traslitterazione Wylie|Wylie]] come ''gangs seng ge'') è un animale mitologico del Tibet. Simboleggia la mancanza di paura, l'allegria, il quadrante orientale e l'elemento della [[Terra]]. Si diceva che questo animale vivesse sulle montagne e viene comunemente raffigurato bianco con la criniera turchese. Due leoni delle nevi compaiono sulla [[bandiera del Tibet]].
▲* The [[island nation]] of [[Singapore]] (''Singapura'') derives its name from the [[Malay language|Malay]] words {{lang|ms|''singa''}} (lion) and {{lang|ms|''pura''}} (city), which in turn is from the [[Sanskrit]] {{lang|sa|सिंह}} {{IAST|''siṃha''}} and {{lang|sa|पुर}} {{IAST|''pura''}}.<ref>{{cite web | url = http://www.bartleby.com/61/46/S0424600.html|title = Singapore| publisher = bartleby.com|accessdate = 2006-04-14 }}</ref> According to the [[Malay Annals]], this name was given by a 14th century [[Sumatra]]n Malay prince named [[Sang Nila Utama]], who, on alighting the island after a thunderstorm, spotted an auspicious beast on shore that his chief minister identified as a lion (Asiatic Lion).<ref>{{cite web| title = Early History | url = http://www.sg/explore/history.htm | publisher = Ministry of Information, Communications and the Arts, Singapore | accessdate = 2006-04-14 }}</ref> Recent studies of Singapore indicate that lions have never lived there, and the animal seen by Sang Nila Utama was likely a [[tiger]].
*
* Il leone asiatico è apparso nel remake del 2010 del film del 1925 ''[[Il mondo perduto (film 1925)|Il mondo perduto]]''.
▲[[Image:Capitel de Sta María la Real (Aguilar de Campoo) M.A.N. 01.jpg|thumb|upright|[[Romanesque art|Romanesque]] [[Capital (architecture)|capital]] showing Samson and the lion (13th century).]]
▲[[File:Kaykhusraw II dirham.jpg|right|thumb|[[Dirham]] coin of Kaykhusraw II, [[Sivas]], AH 638/AD 1240-1.]]
▲* A lion-faced [[dakini]] also appears in [[Hinduism]] as well as [[Tibetan Buddhism]]. The Hindu deity is known as "Narasimha" and the Tibetan Buddhist form is known as "Simhamuka" in Sanskrit and Senge Dongma (Wyl. seng ge gdong ma) in Tibetan.<ref>{{cite web|url=http://www.himalayanart.org/pages/simhamukha/index.html |title=Simhamukha |publisher=Himalayanart.org |date= |accessdate=2010-12-14}}</ref>
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