Sua Eccellenza si fermò a mangiare: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
|||
Riga 52:
== Trama ==
Ernesto ([[Ugo Tognazzi]]), [[Borghesia|borghese]] ben inserito nell'elite [[Fascismo|fascista]] durante il ventennio anche grazie alle influenze della suocera, la contessa Bernabei ([[Lia Zoppelli]]), è solito tradire la moglie Silvia ([[Virna Lisi]]) con l'amante Lauretta ([[Lauretta Masiero]]). Durante una scappatella, Ernesto telefona alla moglie millantando di essere in compagnia di un amico di gioventù, fornendole un nome letto su un giornale che si trovava vicino al telefono. Il giorno seguente, un individuo elegante e dai modi affabili ([[Totò]]) si presenta a casa di Ernesto come il fantomatico amico della sera prima, ossia il dottor Tanzarella. L'uomo è in realtà un truffatore che intende ricattare Ernesto minacciandolo di rivelare alla moglie che la sera prima si trovava con l'amante. La madre di Silvia, sentito il nome Tanzarella, si informa tempestivamente sulla sua identità e scopre che si tratta niente meno che del medico personale del [[Duce]]. Ovviamente sia Ernesto che il truffatore sono ignari della identità del Tanzarella. Scoperta l'influenza che Tanzarella ha a livello governativo, la contessa cerca di trattenere l'ospite, parlandogli di un pranzo che si sarebbe svolto in una loro tenuta di campagna, nel corso del quale sarebbe intervenuto un ministro e avrebbero usato delle preziose posate d'oro cesellate da [[Benvenuto Cellini]]. Desideroso di rubare le posate, il falso Tanzarella decide di accettare l'invito. Ernesto non può fare altro che buon viso a cattivo gioco, specie quando il truffatore porta con sè Lauretta presentandola a Silvia ed alla contessa come sua moglie. Giunti nella tenuta dei Conti Bernabei, iniziano le discussioni tra Ernesto e Lauretta, che vorrebbe dormire con l'amante nonostante la presenza della moglie. Sul luogo giunge anche il ministro ([[Raimondo Vianello]]), che aveva avuto una defaillance sessuale con Lauretta in un precedente incontro in treno. Alla tenuta si reca anche un commissario di [[Polizia]]. Il truffatore riesce a rubare le preziose posate e, per una serie di circostanze, la colpa ricade sul ministro, che si trovava nella stanza dove era stata nascosta la refurtiva nel tentativo di sedurre Lauretta per riabilitarsi come amante. Ovviamente, l'uomo non è in grado di dire la verità perché altrimenti dovrebbe ammettere di aver tentato di corteggiare la moglie di Tanzarella che, essendo medico del Duce, si sarebbe potuto vendicare facilmente. Alla fine, Ernesto si riappacifica con Silvia (che aveva scoperto la relazione tra lui e Lauretta) e si addossa la colpa del furto, ottenendo dal ministro un lavoro prestigioso all'Ambasciata come pegno di riconoscenza per aver taciuto la verità. Durante il pranzo alla presenza del ministro, del commissario e di altre Camice nere, il truffatore, venuto a sapere che Tanzarella è il medico del Duce, inscena una telefonata con Mussolini e convince tutti di aver ricevuto l'incarico di portare le posate a una mostra orafa. Il suo piano riesce alla perfezione, con l'aiuto dell'ignaro commissario che crede di ottenere dall'impostore una forte raccomandazione.
== Curiosità ==
|