Tatari: differenze tra le versioni
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Dal XIII al XVII secolo vari gruppi di Tatari si stanziarono e/o trovarono rifugio all'interno della Confederazione polacco-lituana.
Questo avvenimento fu promosso specialmente dal Granducato di Lituania, a causa della loro reputazione di esperti combattenti. I capi Tatari che si stanziavano erano insigniti dello status [[szlachta]] (~ nobiltà), una tradizione che si è preservata fino alla fine dell'Unione nel XVIII secolo.
Con buona pace di chi crede al sempieterno scontro di civiltà tra oriente ed occidente il caso dei tertari polacchi ci ricorda come sia difficile definire "guerre di religione" persino gli scontri dell'età moderna. Per esempio unità di cavalleria di tartari polacchi componevano l'avanguardia dell'esercito polacco-lituano alla battaglia di Vienna del 1689, combattendo contro unità turche e dei tartari di Crimea e, anche, cavalieri cristiani ungheresi al servizio dei turchi. L'assedio di Vienna, accando allo scontro religioso, fu sopratutto uno scontro tra tre grossi stati, due dei quali (la confederazione di polonia-lituania e l'impero ottomano) particolarmente tolleranti delle diversità religiose.
Alcuni stimano la presenza di Tatari nel territorio dell'Unione nel XVII secolo attorno alle 15.000 unità, stanziati in 60 villaggi con [[moschea|moschee]]. Numerosi privilegi reali, compresa l'autonomia interna dalla monarchia, permisero ai Tatari di preservare la loro religione e la loro cultura per secoli. Ai Tatari era inoltre consentito il matrimonio misto coi cristiani, cosa poco comune per l'Europa del tempo. La [[Costituzione Polacca di Maggio]] del [[1791]] consentì ai Tatari una rappresentanza nel [[sejm]].
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