Giorgio La Pira: differenze tra le versioni

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Interviene attivamente e con successo a difesa dell'occupazione presso [[Enrico Mattei]] a difesa dei posti di lavoro delle officine Pignone, la cui crisi aveva colpito duramente la regione Toscana minacciando di coinvolgere tremila operai. Nel 1972 i lavoratori delle officine Pignone, {{citazione necessaria|ispirandosi ai principi di umanità e cristianità di Giorgio La Pira}}, fondano il G.I.D.S.(Gruppo Internazionale Donatori di Sangue). In seguito si adopera per la Galileo e la Cure.<!-- cosa sono al galileo e la cure? -->
 
«La sua attenzione e il suo impegno furono rivolti, più che ai problemi amministrativi del capoluogo toscano, ai grandi temi del pacifismo, del disarmo, della distensione. Interpretò il ruolo del profeta che dialogava coi potenti, Kennedy e Kruscev, per trasformare le spade in aratri. La sua ingenua buona fede lo rese completamente sordo alle grida disperate che venivano dalla Russia del dissenso che moriva nei Gulag». Infatti dopo una visita in Unione Sovietica, tornato in occidente, disse che aveva visto un regime dove veniva attuato il vangelo cioè la societa comunista, negando categoricamente e tacendo le deportazioni in massa che proprio allora sotto Kruscev venivano attuate con la nascita dei Gulag.Fu accusato per il suo intervento di ''statalismo'' e di ''comunismo bianco''. Tra gli altri critici a difesa della libera iniziativa don [[Luigi Sturzo]] che lo ammoniva del rischio di finire in un ''marxismo spurio'' se non si atteneva ai principi del non-statalismo e dell'interclassismo. La Pira rispose così:
 
{{quote|10000 disoccupati, 3000 sfrattati, 17000 libretti di povertà. Poi le considerazioni: ..cosa deve fare il sindaco? Può lavarsi le mani dicendo a tutti: "scusate, non posso interessarmi di voi perché non sono statalista ma interclassista?" |Giorgio La Pira}}