Gaio Trebazio Testa: differenze tra le versioni
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{{Quote|'Coloro che han bisogno di dormire / attraversin tre volte il [[Tevere]]<br/>unti;<ref>Si intende meglio il consiglio se lo si confronta con l'immagine di un Trebazio appassionato nuotatore, già ricordata in una precedente nota ([http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Fam.+7.10 ''ad familiares'' 7.10.2]).</ref> a sera si bagnino di vino. / O se tanta mania ti forza a scrivere<br/>osa cantar le imprese dell'invitto / [[Cesare (titolo)|Cesare]],<ref>In questo caso [[Augusto]].</ref> e avrà compensi la fatica.'}}
Il poeta insiste ancora: non che gli manchi la voglia ma i suoi mezzi poetici non li sente all'altezza del compito. Trebazio sembra inchiodarlo alla durezza della norma che non tollera ignoranza, ma poi si arrende agli argomenti del poeta e conclude con un'[[interpretazione (diritto)|interpretazione]] pragmatica:
{{Quote|'Tuttavia vorrei darti il mo consiglio: / di stare attento, di restare in guardia<br/>che non ti porti qualche seria noia / l'ignoranza di leggi inviolabili: <br/> se qualcuno abbia scritto contro un altro / versi cattivi sia condotto innanzi <br/>al tribunale e sia data sentenza.'<br/>Sta bene: se cattivi; ma se buoni /qualcuno li abbia scritti e con la lode / di Cesare che giudica la causa?<br/>Se qualcuno ha latrato, integro lui, / dietro a un altro che è degno di disprezzo?<br/>'Saranno disarmate dalle risa /le leggi e tu sarai lasciato andare.'|Orazio, ''[[Epistole (Orazio)|Epistole]]'', Libro II, 1, traduzione di [[Enzio Cetrangolo]]<ref>In ''Orazio - Tutte le opere''. Versione, introduzione e note di [[Enzio Cetrangolo
==Opere==
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