Giovanni Presta: differenze tra le versioni

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==Lettere a Marco Lastri==
Presta inviò tra marzo e giugno del 1783 quattro lettere a Marco Lastri, amico dell'autore. Queste lettere, custodite nella [[biblioteca Moreniana]] di [[Firenze]], sono rimaste inedite sino al 2001 quando vennero commentate dal Prof. Fabio D’Astore dell’Università di [[Lecce]] in una sua pubblicazione, ''Dall’oblio alla Storia''. Esse sonoriportano lanotizie prova dellsull'attività di ricerca sugli ulivi iniziata dal Presta e dimostrano il suo impegno in questo lavoro. Il Presta, scrive D’Astore chiese all’illustre amicoall’amico di inviargli i tre tipi di ulivi coltivati in Toscana, “l’infrantoio, il coraggiuolo ed il moraiuolo, con tronco grosso come un manico di vanga, piantati in vasi di terracotta”. Oltre agli alberi di ulivo che sono coltivati in [[Toscana]] chiese, anche, “un picciol ma esatto modello in legno sì della macina solcata alla fiorentina che di tutta la macchina o strumento col quale usa costì d’infragner le ulive”. E continuò “Io devo alla vostra savia lezione la prima notizia, che costì si usa la macina solcata e non liscia; terminate dunque anche voi d’istruirmene con un modelluccio in legno”. L’autore riteneva importante e decisivo il parere dell’amico per la prosecuzione dell’opera. Egli decise di creare un progetto sull’ammodernamento e sull’incremento delle colture agricole. Tale progetto è documentato nella sua terza opera: “Degli ulivi, delle ulive e della maniera di cavar l’olio”. Le lettere scritte a Marco Lastri sono prova fondamentale per ripercorrere le fasi del progetto di Giovanni Presta.
 
==Memoria su i saggi diversi di olio==