Corsica: differenze tra le versioni

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Per secoli (e soprattutto nel [[XIX secolo|XIX]] e sino all'alba del [[XX secolo]] genti toscane, provenienti soprattutto dalle aree montane più depresse della [[Lunigiana]] e della [[Lucchesia]] emigrarono in Corsica, soprattutto verso il Cismonte e il Capo Còrso, in via definitiva o regolarmente come lavoratori stagionali. In genere tali lavoratori, molto poveri, erano visti con un certo disprezzo dagli isolani e il termine ''lucchese'' è ancora oggi utilizzato in Corsica quale sinonimo, essenzialmente dispregiativo, di ''italiano''.
 
Praticamente esauritosi con i primi decenni del secolo scorso il fenomeno dell'immigrazione dalla Toscana e dalla penisola italica, in epoche più recenti si è avuto un discreto afflusso di Sardi che si sono installati soprattutto nella parte più meridionale dell'isola. Alcuni di essi non hanno fatto che ripetere all'inverso il percorso seguito dai loro antenati: legami con la vicina Sardegna erano già presenti all'epoca dei [[Storia della Sardegna dei Giudicati|Giudicati sardi]], quando una popolazione eterogenea formata da sardi, còrsi e italiani continentali popolò il neonato villaggio di [[Sassari]] dando contemporaneamente origine alla [[lingua sassarese]], parlata nei territori di influenza. A partire dal [[XIV secolo|XIV]]-[[XV secolo]], provenendo dal ''Pumonte'' còrso andarono a ripopolare soprattutto la [[Gallura]] ed in generale il nord Sardegna, diffondendo sulla vicina isola la loro lingua evolutasi nel frattempo nel [[Dialetto gallurese|gallurese]], nonché una ricca onomastica che comprende i ''Cossu'' (Còrsocòrso), e"Cosseddu" i(figlio di còrso) e ''Cossiga'' (Corsica). Oggi sono presenti in Corsica alcune migliaia di cittadini italiani.
 
Soprattutto nella seconda metà del novecento è divenuto notevole l'afflusso di residenti provenienti dalla Francia, che costituiscono ancor oggi la maggioranza degli impiegati governativi e soprattutto nelle forze militari e di polizia, cui si aggiungono gli operanti nel settore turistico (notevole l'afflusso stagionale) e gli imprenditori agricoli, in particolare i ''pieds noirs'' rimpatriati dalle ex-colonie francesi (prevalentemente dall'Algeria) ed i loro associati e discendenti. Lo stabilirsi in Corsica di decine e decine di migliaia di francofoni (inclusi còrsi emigrati molto giovani in Francia e nelle sue colonie e dei loro discendenti), concentrato soprattutto negli ultimi trent'anni, ha avuto un ruolo decisivo nell'arretramento della comunità còrsofona (e nello scoppiare di tensioni sociali e violenza politica), assieme alla scolarizzazione sempre più estesa e alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, nonché alla forte immigrazione dal [[Maghreb]] francofono (pari in Francia, per incidenza percentuale, solo a quella di Parigi).