Il modello faceva parte della serie di vetture Ferrari da gara, lanciata dalla Casa di MaranelloFerrari nel [[1962]], con [[motore posteriore]]. Progettati da [[Carlo Chiti]], questi modelli furono la [[Ferrari 196 SP|196 SP]], la [[Ferrari 248 SP|248 SP]], la [[Ferrari 268 SP|268 SP]] e, appunto, la “286 SP”. Questo risultato fu ottenuto grazie agli investimenti fatti dalla Ferrari l’anno precedente, che portò alla progettazione di vetture con tale caratteristica<ref name="supercars">{{cita web|url=http://www.supercars.net/cars/528.html|titolo= La Ferrari 268 SP su “supercars.net”|accesso=23-05-2011}}</ref>.
Rispetto laalla [[Ferrari 246 SP|246 SP]], la “286 SP” era più notevolmente più bassa per uniformarsi ai nuovi regolamenti della [[Federazione Internazionale dell'Automobile|FIA]]. Questi ultimi obbligarono la Ferrari a progettare una vettura con [[parabrezza]] e parte posteriore meno alti, cosicché il modello era somigliante, anche nella linea della [[Carrozzeria (meccanica)|carrozzeria]], alla [[Ferrari 196 SP|196 SP]]<ref name="ferrari-ufficiale "/>.
Il [[Motore ad accensione comandata|motore]] montato sul modello, a differenza di quello montatoinstallato sulla “246 SP”, non era un cosiddetto “Dino”, cioè non faceva parte della categoria di propulsori progettati da [[Dino Ferrari]]. Infatti, aveva l’angolo tra le [[Bancata|bancate]] dei [[cilindro (meccanica)|cilindro]] di 60° e non di 65°, come nei propulsori della categoria menzionata. Il progetto del motore però non fu sviluppato ulteriormente per l’avvento dei [[Motore V8|motori V8]]<ref name="ferrari-ufficiale "/>.
La sigla numerica nel nome del modello richiamava la [[cilindrata]] totale del motore, che era di circa 2860 cm<sup>3</sup>.