Francesco Netti: differenze tra le versioni
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Una lapide apposta nel 1944 sul frontespizio del palazzo Netti ubicato sull’attuale via S. Eligio, mentre era sindaco Leonardo Natuzzi recita:
IN QUESTA CASA<br/>
NACQUE IL 24 DICEMBRE 1832<br/>
MORI’ IL 28 AGOSTO 1894<br/>
FRANCESCO NETTI<br/>
ANIMA RADIOSA DI LETTERATO<br/>
D’INSIGNE CRITICO D’ARTE<br/>
DI GRANDE PITTORE<br/>
NELLA SCIA LUMINOSA DEI PITTORI DELL’800<br/>
CREO’ CELEBRATE OPERE<br/>
CHE<br/>
DENTRO ED OLTRE I CONFINI D’ITALIA<br/>
ESALTARONO IL GENIO<br/>
RENDONO ONORE<br/>
AL NOBILE CASATO-AL NATIO SUO COLLE<br/>
ALLA PATRIA<br/>
I CONCITTADINI<br/>
NEL CINQUANTENARIO DELLA SUA MORTE
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Nello stesso palazzo sono vissuti i numerosi figli di Nicola Netti e Giuseppina Maria Vitale di Conversano: quattro maschi (Francesco Saverio, Luigi, Antonio, Raffaele) e cinque femmine (Mariannina, Lucrezia, Maria, Lucia e Rosa): una nobile famiglia patriarcale molto affiatata e alla quale il nostro artista è rimasto sempre affettivamente legato come dimostrano le lettere e alcune sue opere pittoriche.
Diversi familiari sono protagonisti di riuscitissime pitture del nostro artista; si ricordano:
Tra queste opere senz’altro la più ammirata è
L’opera è del 1887 ed è di proprietà privata.
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Fin da giovinetto Francesco, prima per motivi di studio poi per motivi professionali e di lavoro trascorre quasi cinquant’anni della sua vita lontano dalla cara famiglia e dal paese di origine.
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I suoi numerosi articoli di critica d’arte e recensioni scritti dal 1865 al 1889 sono stati pubblicati in varie riviste dell’epoca e successivamente raccolti, dopo la morte del nostro concittadino, in opere come:
Tra gli scritti meritano un’attenzione particolare le lettere scritte a familiari ed amici che costituiscono un interessante epistolario.
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Questo gruppo di pittori, molto attivo dal 1863 al 1867 e un po’ meno fino al 1875, si opponeva all’accademismo imperante (Domenico Morelli ne era un rappresentante) ed era orientato a valorizzare lo studio dal vero, la rappresentazione precisa e luminosa del paesaggio urbano, l’osservazione attenta della natura, l’attenzione al paesaggio, la realizzazione di effetti di luce, aspetti che F. Netti farà propri in diverse opere.
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Netti è stato pure in Francia (1866-1871) e precisamente a Parigi, Fontainebleau e a Grez : incontra e stringe amicizia con altri artisti (Giuseppe Palizzi e degli aderenti della “Scuola di Barbizon ): si cimenta nella “pittura dal vero” e “en plain air” o all’aria aperta che utilizzerà poi per opere ispirate dalla vita dei campi.
La “Scuola di Barbizon” (dal nome di una località francese) è stata molto attiva tra il 1830 e il 1870 e ha raccolto esponenti del realismo e del romanticismo tra cui Jean-François Millet, John Constable, Théodore Rousseau, Jean-Baptiste Camille Corot: da annotare pure la presenza di Giuseppe De Nittis. (1867-1870).
È del periodo francese il celebre quadro del 1870
Sono dello stesso periodo le altre opere “Barricate in una strada”, “Orgia e lavoro”, “Dopo il veglione”.
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Nel 1871 Netti ritorna a vivere a Napoli ove continua a frequentare il gruppo della ''Scuola di Resìna''.
Nel periodo degli scavi archeologici a Pompei ed Ercolano produce dal 1875 al 1877 molti quadri ispirati al mondo antico o pompeiano tra cui:
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* Danzatrici
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Un gradito viaggio-crociera nell’oriente ( luglio 1884) offertogli dall’amico e mecenate Giuseppe Caravita Principe di Sirignano allarga ancora gli orizzonti artistici di Francesco Netti: il fascino del mondo orientale per gli ambienti naturali, architettonici, paesaggistici e umani offre a Netti numerosi spunti per passare a una nuova, intensa e inedita produzione.
Dall’esperienza del viaggio e dai cimeli portati dall’oriente (tappeti, piante, abiti, schizzi e foto oggetti che orneranno i suoi ambienti di lavoro) nascono opere come:
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* Ragazza assopita
* Le ricamatrici levantine
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“La siesta”, opera del 1884, è sicuramente l’opera più significativa di questo periodo: una giovane donna riposa distesa su un divano: fanno da contorno tappeti e piante orientali che Netti aveva nel suo studio.
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Altre opere donate a giugno di quest’anno dalla famiglia Accolti Gil Vitale al comune di Conversano e collocate nel polo Mussale del palazzo comunale sono:
* Le ricamatrici levantine
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* Ritratto muliebre
* La prigioniera
* Sul sagrato della chiesa
* Angolo di Santeramo
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* Madonna con angeli
* e l’arazzo
==Testimone dell’ottocento==
Hanno ispirato la vena artistica di Netti anche avvenimenti di cronaca, vicende di natura storica, aspetti di vita contemporanea, momenti di vita quotidiana.
Rientrano in questi filoni opere come:
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* Processione di penitenza
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* Gli amanti asfissiati
* In corte d’assise
* La convalescenza
Fra tutti merita una particolare attenzione la grande tela
Fa parte della collezione della pinacoteca provinciale di Bari alla quale è pervenuta tramite il fratello Luigi Netti.
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Un altro filone importante della produzione artistica di Francesco Netti è legato al nostro paese : Santeramo.
Potremmo rileggere una appassionata lettera inviata dal venticinquenne F. Netti al suo maestro di pittura Domenico
Non ostante giudizi di età giovanile poco lusinghieri verso i santermani, tuttavia le periodiche permanenze a Santeramo dovute al forte legame con la sua famiglia, la necessità in età avanzata di curare con l’aria salubre del paese natio la salute malferma, l’attenta osservazione della dura vita dei contadini (si conservano fotografie fatte da Netti), l’attenzione per scorci paesaggistici delle nostre brulle campagne e del piccolo paese costituiscono fonti di ispirazione artistica in vari momenti della produzione pittorica e specialmente nell’ultimo periodo quando è avviato verso le nuove tecniche dell’impressionismo.
Ricordiamo le principali opere realizzate a Santeramo e su Santeramo:
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* I
* Vecchie case a Santeramo
* Angolo di Santeramo
* Sul sagrato della chiesa
* Il coro della chiesa matrice
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* Contadino che carica un traino
* Masseria
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* Una famiglia sull’asino
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* L’abbeveratoio
* Sant’Effremo
e la serie eccezionale del “ciclo dei mietitori” del periodo 1890 - 1894:
* Riposo in mietitura
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Questi temi saranno ripresi per il contenuto e per le tecniche dai due artisti santermani che si considerano eredi d’arte e discepoli di Francesco Netti: Bartolomeo Paradiso (1878-1971) ed Hero
La piccola tela “Angolo di Santeramo” riproduce uno scorcio di via s. Eligio vista dal palazzo Colonna; “ Contadino che carica un traino” ricorda il cancello adiacente al palazzo Netti, “Sul sagrato della Chiesa” è quasi un’istantanea fotografica di un momento di vita sul sagrato antistante la chiesa del Convento.
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* la scuola secondaria di primo grado intitolata allo stesso artista;
* due masserie già di proprietà della famiglia Netti (una su via per Viglione e una su via per Cassano Murge in contrada Netti);
* un busto in bronzo opera dello scultore molfettese Filippo
* il loculo che conserva i resti mortali di Francesco Netti e del padre Nicola nella cappella gentilizia della famiglia De Luca nel nucleo monumentale del cimitero di Santeramo;
* angoli del nucleo storico di Santeramo e dell’agro santermano.
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