Assedio alla basilica della Natività: differenze tra le versioni

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L'[[Tzva HaHagana LeYisra'el|IDF]] si aspettava che le operazioni a Betlemme sarebbero state relativamente semplici, dopo che la regolare Brigata Paracadutisti aveva svolto delle incursioni nella città diverse volte durante i mesi precedenti. La missione fu affidata ad una brigata di fanteria, la Brigata Gerusalemita, sotto il comando del colonnello Rami Tzur-Hacham. Era già accaduto che durante la precedente missione dell'IDF nella città alcune persone ricercate avessero trovato rifugio nella Basilica. In questa occasione un contingente dell'Unità di Shaldag era stato inviato a bloccare l'entrata al sito.<ref name=Harel-1>{{cita|Harel Amos, Avi Isacharoff|p. 247|Harel}}</ref>
 
Le truppe entrarono in città e si scontrarono con una disorganizzata resistenza palestinese. Gli elicotteri dell'[[Heyl Ha'Avir|Israeli Air Force]] arrivarono con mezz'ora di ritardo. Quando i soldati giunsero a terra, i ricercati erano già all'interno della chiesa. Decine di miliziani appartenenti agli schieramenti di [[Hamas]], di [[Fatah]] del [[Movimento per il Jihad Islamico in Palestina]] del [[Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina]] e gli uomini delle forze di sicurezza palestinesi si rifugiarono nella chiesa insieme con quaranta monaci e decine di altri palestinesi arrivati nel sito per diversi motivi. In totale, circa 220 uomini erano all'interno del monumento. Tra loro c'erano il governatore di Betlemme, [[Muhammad al-Madani]], e [[Abdullah Daoud]], il capo dell'intelligence palestinese a Betlemme.<ref>{{cita|Harel Amos, Avi Isacharoff|pp. 247-248|Harel}}</ref>
 
== L'assedio ==