Metilde Viscontini Dembowski: differenze tra le versioni

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La ragazza crebbe con i fratelli e le cugine Milesi, indipendenti e versatili come Bianca, che studiò filosofia, anatomia, economia con [[Melchiorre Gioia]] e pittura con [[Andrea Appiani]], disinibite come Francesca, che sposerà l'avvocato Giovanni Traversi, un finanziere spregiudicato legato alla politica come lo zio materno di Metilde, l'avvocato Rocco Marliani, «uno dei più rispettabili cittadini di Milano [...] uomo virtuoso [...] uno dei padri coscritti» della Milano democratica.<ref>Stendhal, ''Rome, Naples et Florence'', I, 1826, p. 116.</ref>
 
Il [[6 luglio]] [[1807]] Metilde sposò [[Jan Dembowski]] ([[1773]]-[[1823]]), ufficiale [[Regno d'Italia (1805-1814)|napoleonico]] di diciassette anni più vecchio di lei. Questo coraggioso militare polacco, apprezzato dai suoi superiori, aveva fatto la campagna d'Italia del [[1800]], era divenuto cittadino della Repubblica e acquisito il titolo di barone nel [[18051803]]. I genitori di Metilde gli accordarono il fidanzamento nel [[1806]] senza badare alla volontà della figlia e il matrimonio risultò sorprendente per l'assoluta diversità di caratteri e di interessi tra il Dembowski, persona dura e sbrigativa, e Metilde, delicata e riflessiva. I due coniugi andarono ad abitare in un appartamento dei Viscontini, da dove il marito partì qualche mese dopo per la [[Spagna]], senza poter vedere la nascita del primo figlio Carlo, avvenuta il [[9 aprile]] [[1808]].
 
Sembra che durante la lunga assenza del marito Metilde si fosse innamorata di un corteggiatore. Non si sa quanto importante fosse quella relazione ma le voci corsero e giunsero fino al marito, quando questi tornò in Italia il [[10 agosto]] [[1810]] con il grado di [[generale di brigata]], il titolo di [[barone]] e l'[[Ordine della Corona Ferrea|ordine della Corona di ferro]].
Il Dembowski, che partecipò alla guerra di [[Spagna]] dal [[1808]] al [[1810]], fu promosso generale. Il matrimonio non fu però felice: il marito aveva una reputazione di donnaiolo e di violento, e proprio per i maltrattamenti ricevuti, nel [[1814]] Metilde fuggì dal marito<ref>http://www.donneconoscenzastorica.it/testi/trame/mviscontini.htm</ref>, chiedendo la separazione e stabilendosi in [[Svizzera]], a [[Berna]], con il figlio Ercole. Carlo, il figlio maggiore, era invece già sistemato in un collegio di [[Volterra]].
 
A Berna frequentò la granduchessa Julie di Sassonia-Coburgo-Sachfeld, già cognata dello zar [[Alessandro I di Russia|Alessandro I]], in quanto già moglie del granduca Costantino, la quale, dopo la separazione, si era anch'essa stabilita in Svizzera. Sperò di ottenenerne protezione e appoggio nella sua causa contro il Dembowski, mentre il procuratore di Berna raccoglieva informazioni sul conto di Metilde. Un rapporto del [[1816]] riferisce le dicerie circolanti a Milano, secondo le quali ella avrebbe avuto, quando il marito era in Spagna, «con un'altra persona un qualche intrigo amoroso di cui restarono delle conseguenze».<ref>Michel Crozet, ''Stendhal'', 1990, p. 381.</ref> Non si sa chi sia, né se mai sia esistita, questa persona: certo non il [[Ugo Foscolo|Foscolo]] che, come testimonia la loro corrispondenza, fu solo un amico al quale confidava le sue pene e le sue riflessioni morali.