Logica fuzzy: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
La '''Fuzzy Logic''' o '''logica sfumata''' o '''logica sfocata''' è un'estensione della [[logica]] booleana, basata su un grado di verità di ciascuna proposizione.
È fortemente legata alla teoria degli [[insiemi sfocati]] e, già intuita da [[Renè Descartes|Descartes]], [[Bertrand Russell]], [[Einstein]] ed [[Werner Heisenberg|Heisenberg]], venne concretizzata da [[Lotfi Zadeh]].
Riga 7:
==Fuzzy logic: concetti fondamentali==
Nel [[1994]] Zadeh scriveva: “Il termine ''logica fuzzy'' viene in realtà usato in due significati diversi. In senso stretto è un sistema logico, estensione della logica a valori multipli, che dovrebbe servire come logica del ragionamento approssimato. Ma in senso più ampio ''logica fuzzy'' è più o meno sinonimo di ''teoria degli insiemi fuzzy'' cioè una teoria di classi con contorni indistinti. Ciò che è importante riconoscere è che oggi il termine ''logica fuzzy'' è usato principalmente in questo significato più vasto”.
La teoria degli insiemi fuzzy costituisce un’estensione della teoria classica degli insiemi poiché per essa non valgono i principi aristotelici di non contraddizione e del terzo escluso (o del ''tertium non datur''). Si ricorda che, dati due insiemi A e !A (non-A), il principio di non contraddizione stabilisce che ogni elemento appartenente all’insieme A non può contemporaneamente appartenere anche a non-A; secondo il principio del terzo escluso, d’altro canto, l’unione di un insieme A e del suo complemento non-A costituisce l’universo del discorso.
Riga 14:
Tali principi logici conferiscono un carattere di rigida bivalenza all’intera costruzione aristotelica, carattere che ritroviamo, sostanzialmente immutato ed indiscusso, sino alla prima metà del XX secolo, quando l’opera di alcuni precursori di Zadeh (in primis [[Max Black]] e [[Jan Lukasiewicz]]) permette di dissolvere la lunga serie di paradossi cui la bivalenza della logica classica aveva dato luogo e che essa non era in grado di chiarire.
Il più antico e forse celebre di tali paradossi è quello attribuito ad [[Eubulide]] di Megara (VI secolo a.C.), noto anche come [[paradosso]] del mentitore, il quale recita:
''Il cretese Epimenide afferma che tutti i cretesi sono bugiardi''.
Orbene, la [[logica
Infatti, se quanto afferma Epimenide è vero, allora tutti i cretesi mentono: pertanto, poiché [[Epimenide]] è cretese, quindi mente, dobbiamo concludere che tutti i cretesi non mentono. Viceversa, se l’affermazione di Epimenide è falsa, allora tutti i cretesi, compreso quindi lo stesso Epimenide, non mentono, e pertanto si deduce che tutti i cretesi mentono.
Da ciò si deduce finalmente che l’enunciato del paradosso di Eubulide non è né vero né falso, ma è semplicemente una mezza verità o, in maniera equivalente, una mezza falsità.
Quanto esposto conferma la sua validità in tutti i paradossi di autoriferimento.
Nella
Ciò in quanto il valore di verità della proposizione in questione coincide con il valore di verità della sua negazione.
Riga 36:
I rapporti tra logica sfumata e teoria della probabilità sono estremamente controversi e hanno dato luogo a polemiche aspre e spesso non costruttive tra i seguaci di ambedue gli orientamenti. Da una parte, infatti, i probabilisti, forti di una tradizione secolare e di una posizione consolidata, hanno tentato di difendere il monopolio storicamente detenuto in materia di casualità ed incertezza, asserendo che la logica sfumata è null'altro che una probabilità sotto mentite spoglie, sostenuti in tale convinzione dalla circostanza, da ritenersi puramente accidentale, che le misure di probabilità, al pari dei gradi d’appartenenza agli insiemi fuzzy, sono espresse da valori numerici inclusi nell'intervallo reale [0, 1].
Gli studiosi di parte fuzzy, al contrario, hanno mostrato che anche la teoria probabilistica, nelle sue varie formulazioni (basate, secondo i casi, sugli assiomi di [[Kolmogorov]], su osservazioni concernenti la frequenza relativa d’accadimento di determinati eventi, oppure sulla concezione bayesiana soggettivista, secondo cui la probabilità è la traduzione, in forma numerica, di uno stato di conoscenza contingente), è in definitiva una teoria del caso ancora saldamente ancorata ad una ''Weltanschauung'' deterministica.
Infatti, secondo la suggestiva e penetrante interpretazione di uno dei più brillanti allievi di Zadeh, [[Bart Kosko]], la probabilità è l'intero nella parte, ossia la misura di quanto la parte contiene l'intero.
Questa concezione comporta un'affermazione apparentemente singolare, quella per cui la parte può contenere l'intero, non soltanto nel caso banale in cui la parte coincide con l'intero; infatti, l'operatore di contenimento non è più bivalente, ma è esso stesso fuzzy e può pertanto assumere in linea di principio un qualunque valore reale compreso tra 0 (non contenimento) a 1 (contenimento completo o, al limite, coincidenza).
| |||