Metilde Viscontini Dembowski: differenze tra le versioni
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Si stabilì al secondo piano di una casa di proprietà del fratello Ercole, in piazza Belgioioso.<ref>Ora [http://milano.blogosfere.it/images/14%29%20palazzo%20Dei%20Besana%20P.zza%20Belgioioso_IMG_4474.jpg palazzo Besana], in piazza Belgioioso 1.</ref> Nella «saletta azzurra», il salotto che si affaccia sul palazzo dei principi Belgioioso, riceveva nel pomeriggio gli amici, che avevano in comune i sentimenti liberali, l'insofferenza per la [[Restaurazione]] austriaca, la passione per la nuova letteratura romantica. Vi si trovavano i coniugi Confalonieri, [[Federico Confalonieri|Federico]] e [[Teresa Casati]], il letterato [[Ludovico di Breme]], la cugina Bianca Milesi, il conte [[Giuseppe Pecchio]], collaboratore del «[[Il Conciliatore|Conciliatore]]», l'avvocato [[Giuseppe Vismara]]. Questi, il [[4 marzo]] [[1818]], le presentò uno scrittore francese, [[Stendhal|Henri Beyle]], il cui libro ''Rome, Naples et Florence en 1817'' aveva recentemente ottenuto un buon successo in patria.
[[File:Stendhal fr.jpg|thumb|right|140px|Stendhal]]
Stendhal s'innomorò immediatamente di lei. La descrisse come «una figura lombarda, di quelle che Leonardo da Vinci ha riprodotto con tanto fascino nelle sue ''Erodiadi'' [...] il naso leggermente aquilino, un ovale perfetto, le labbra sottili e delicate, grandi occhi bruni melanconici e timidi e la più bella fronte, dal cui mezzo si dividono i più bei capelli castano-scuri».<ref>Stendhal, ''Promenades dans Rome'', II, 1866, p. 145.</ref> Le sue profferte furono sempre respinte, ma per tre anni s'illuse di poterla conquistare.
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