Antonio Gramsci: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 172:
 
[[File:Matteotti.jpg|thumb|left|160px|Giacomo Matteotti]]
Nel convegno si affrontò il «caso Bordiga», il quale aveva rifiutato la candidatura al Parlamento, era in rotta con la maggioranza dell'Internazionale e rifiutava ogni azione politica comune con le altre forze politiche di sinistra. Delle tre mozioni presentate, che rispecchiavano le tre correnti in seno al Partito, la corrente di destra di Tasca, di centro di Gramsci e Togliatti, e di sinistra di Bordiga, questa raccolse l'adesione della grande maggioranza dei delegati, confermando illa notevole prestigioimportanza di cui il politicorivoluzionario napoletano godeva ancora nel Partito.
 
Il [[10 giugno]] un gruppo di fascisti rapì e uccise il deputato socialista [[Giacomo Matteotti]]; sembrò allora che il [[fascismo]] stesse per crollare per l'indignazione morale che in quei giorni percorse il Paese, ma non fu così; l'opposizione parlamentare scelse la linea sterile di abbandonare il [[Parlamento]], dando luogo alla cosiddetta [[Secessione dell'Aventino]]: i [[liberalismo|liberali]] speravano in un appoggio della [[Monarchia|Corona]], che non venne, i [[cattolicesimo|cattolici]] erano ostili tanto ai fascisti che ai [[socialismo|socialisti]] e questi ultimi erano ostili a tutti, [[comunismo|comunisti]] compresi. Gramsci avanzò al «Comitato dei sedici» - il nucleo dirigente dei gruppi aventiniani - la proposta di proclamare lo sciopero generale che però fu respinta; i comunisti uscirono allora dal «Comitato delle opposizioni» aventiniane il quale, secondo Gramsci, non aveva alcuna volontà di agire: ha una «paura incredibile che noi prendessimo la mano e quindi manovra per costringerci ad abbandonare la riunione».<ref>Lettera a Giulia Schucht, 22 giugno 1924</ref>