Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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Iniziarono i numerosi viaggi marittimi di Garibaldi; fra quelli che rimasero più impressi al condottiero vi fu quello sul brigantino l'''Enea'', al cui comando vi era [[Giuseppe Gervino]], durante il quale, in una tempesta, vide una [[feluca (imbarcazione)|feluca]] catalana, a cui non poterono prestare soccorso, sprofondare travolta dalle onde<ref>{{Cita|Dumas|p. 19}}</ref>.
 
Nel [[1827]], navigando con la ''Coromandel'', raggiunse le [[Canarie]] e nello stesso anno, a settembre, salpò da [[Nizza]] con la ''Cortese'', comandata da [[Carlo Semeria]], per il [[mar Nero]] ma durante il viaggio il bastimento fu assalito per tre volte dai [[corsaro|corsari]] [[turchigreci]]<ref>Era il tempo dell'insurrezione dei greci contro il potere turco ed erano frequenti gli avvistamenti dei pirati in quelle acque, da {{Cita|Scirocco|p. 8}}</ref> che depredarono la nave, rubando persino i vestiti dei marinai, mentre il capitano non oppose la minima resistenza<ref name=sciro8/>. Di questo viaggio la sua prima lieve ferita in battaglia<ref name=smith8/>, evento forse ingigantito dalle fonti con il tempo<ref>{{Cita|Possieri|p. 60}}</ref>.
 
Il viaggio comunque continuò e nell'agosto del [[1828]] Garibaldi sbarcò dalla ''Cortese'' a [[Costantinopoli]] dove, ammalato, rimase per diverso tempo, sino al 1831; in quel periodo per sostenersi economicamente faceva l'[[istitutore]]<ref name=smith8>{{Cita|Smith|p. 8}}</ref>, insegnando [[lingua italiana|italiano]], [[lingua francese|francese]] e [[matematica]]. Fra i motivi che lo fecero indugiare vi fu la guerra turco-russa, che chiuse le vie commerciali marittime; nel frattempo si integrò nella comunità italiana, grazie anche alla presenza di una sua concittadina, la signora Luisa Sauvaigo<ref>{{Cita|Dumas|p. 20}}</ref>. Secondo le ricerche compiute dalla sua bisnipote diretta Annita Garibaldi<ref>Conferenza svolta nella primavera del 2007 presso l'[[Istituto per l'Oriente]] di Roma.</ref>, probabilmente frequentò la casa di Calosso - comandante della cavalleria del [[Sultano]] col nome di Rustem Bey - e l'ambiente dei genovesi, che storicamente erano insediati nel quartiere di [[Galata]] e [[Beyoğlu|Pera]]. Ritornò a Nizza nella primavera del 1831<ref name=sciro8/>.