Arcangelo Guglielmelli: differenze tra le versioni

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==Biografia==
CollaboratoreNacque delda piùMarcello notoe [[DionisioCaterina Lazzari]]Vera, Arcangelocrebbe funell'abitazione notodi ancheun comecerto [[Onofrio de Marino]], pittore. La sua personalitàformazione emerseavvenne doposotto ila terremotiguida del noto [[5Dionisio giugnoLazzari]], [[1688]]che elo delintrodusse [[1693]]agli divenendoordini unoreligiosi deipiù favoritirappresentativi. tecnici della ricostruzione post-sismicaDivenne, in brevenel tempo divenne architetto ordinario dei maggiori ordini della città. Divenne, rivale di [[Francesco Solimena]] perché ricercava, a differenza di Solimena, nella consolidata tradizione napoletana. Questi fastidi procurarono non pochi danni sulla memoria dell'architetto che venne completamente trascurato da [[Bernardo De Dominici]], che istigato dal Solimena stesso, non trattò nelle sue biografie sugli artisti napoletani il Guglielmelli. Come detto prima il Guglielmelli fu anche pittore specializzato nelle [[Quadratura (pittura)|quadrature]] collaborando con [[Luca Giordano]] tra i quali la ''Cacciata dei Mercanti del Tempio'' nella [[Chiesa dei Gerolamini]], e prima della definitiva rottura, con Solimena dove realizzò le architetture nel ''Miracolo delle Rose'' nella [[Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova|Chiesa di Donnaregina Nuova]] e prospettive nella sagrestia della [[Basilica di San Paolo Maggiore]]. Si mise in mostra già con la progettazione della facciata della [[Chiesa di Santa Maria in Portico]] nel [[1682]], tuttavia i due terremoti sviluppano l'occasione per il rinnovo dell'apparato decorativo, ma nel contempo riuscì ad accogliere gli sviluppi architettonici da [[Roma]] introdotti dagli architetti della città papale, durante il sisma del [[1693]] le monache del [[Complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba]] chiamorono come tecnico il Guglielmelli per eseguire una perizia sullo stato dei luoghi e poco dopo le stesse moneche diedero l'avvio al restauro all'architetto stesso che seppe rientrepretare in chiave personale alcuni temi che si svilupparono in quel periodo a [[Roma]], i suoi rimaneggiamneti principali realizzati sono la [[Chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi]], il [[Complesso di Santa Maria delle Periclitanti]] e la [[Chiesa di Santa Maria Donnalbina]].
 
Iniziò la sua attività come progettista di macchine effimere per la festa di San Gennaro nel [[1671]] e per le Quarantore nel [[1677]]. Nel [[1677]] sposò la figlia di Onofrio de Marino, dal matrimonio nacquero due figli: [[Marcello Guglielmelli]], architetto, e Gaetano, novizio nella [[Chiesa di Santa Maria della Vita]]. Nello stesso anno lavorò alla ristrutturazione del presbiterio della [[Chiesa del Gesù delle Monache]], aggiungendo un cupolino, di riferimento culturale [[Gian Lorenzo Bernini|berniniano]], che illumina l'altare. Nel [[1678]] fu attivo presso il [[Complesso di Santa Maria della Consolazione]] e in una cappella della [[Chiesa di Santa Maria della Stella]], oggi non pervenuta a causa dei danni bellici.
 
Tra il [[1682]] e il [[1684]] fu il progettista degli stucchi nel [[Complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba]], contemporaneamente progettò l'intervento della facciata della [[Chiesa di Santa Maria in Portico]], tuttavia i due terremoti sviluppano l'occasione per il rinnovo dell'apparato decorativo, ma nel contempo riuscì ad accogliere gli sviluppi architettonici da [[Roma]] introdotti dagli architetti della città papale. Dopo il sisma del [[1688]] si occupò del restauro della [[Chiesa della Compagnia della Disciplina della Santa Croce]]. Dal [[1690]] al [[1693]] rifece completamente la chiesa [[Chiesa di Santa Maria del Rosario alle Pigne]], la struttura, caratterizzata da una planimetria a [[croce greca]] con bracci trasversali corti, possiede una facciata molto singolare: al centro si apre una nicchia che allggia la statua della Vergine sotto un panneggio di matrice berniniana. Dal [[1691]] lavorò al completamento della [[Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone]]. Al seguito dei danni provocati dal sisma, realizzò gli interventi di restauro e consolidamento nella [[Cattedrale di Amalfi]] e della [[Cattedrale di Salerno]]. Nella prima chiesa pu autore di rilevanti modifiche alla struttura originaria come la sostituzione dei pilastri alle colonne, murazione finestre, stucchi e cassettonato nella navata centrale. La facciata fu cancellata alla fine del [[XIX secolo]] e rifatta da [[Errico Alvino]]. Alla chiesa salernitana, i cui lavori durarono dal [[1691]] al [[1697]], fu eseguita un percorso di iglobamento delle precedenti strutture.
 
Nel [[1692]], su commissione di [[Antonio Sanfelice]] e di [[Carlo Celano]], fu il progettista del restauro della [[Basilica di Santa Restituta]]; si occupò della soluzione berniniana del proscenio sorretto dagli angeli di [[Bartolomeo Ghetti]] che incornicia un dipinto di [[Lorenzo Vaccaro]]. Tra il [[1692]] e il [[1693]] progettò la nuova cupola della [[Chiesa del Gesù Nuovo]], abbattuta nel secolo successivo per dissesti; si occupò del restauro delle cappelle e realizzò i portali laterali con il fastigio del portale centrale realizzato da [[Pietro Ghetti]] e [[Bartolomeo Ghetti (scultore)|Bartolomeo]]. Nel [[1693]] sostituì [[Giovan Battista Contini]] come architetto ordinario dell'[[Abbazia di Montecassino]] e rimaneggiò la Chiesa di San Germano a [[Cassino]]. Nel [[1694]] gli venne commissionato il progetto di espansione della [[Chiesa di Santa Maria Donnalbina]], aggiungendo un presbiterio con cupola. Contemporaneamente realizzò il completamento della [[Chiesa di San Carlo all'Arena]] e di [[Chiesa di San Giorgio Maggiore (Napoli)|San Giorgio Maggiore]].
 
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Collaboratore del più noto [[Dionisio Lazzari]], Arcangelo fu noto anche come pittore. La sua personalità emerse dopo i terremoti del [[5 giugno]] [[1688]] e del [[1693]] divenendo uno dei favoriti tecnici della ricostruzione post-sismica, in breve tempo divenne architetto ordinario dei maggiori ordini della città. Come detto prima il Si mise in mostra già con la progettazione della facciata della nel [[1682]], durante il sisma del [[1693]] le monache del [[Complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba]] chiamorono come tecnico il Guglielmelli per eseguire una perizia sullo stato dei luoghi e poco dopo le stesse moneche diedero l'avvio al restauro all'architetto stesso che seppe rientrepretare in chiave personale alcuni temi che si svilupparono in quel periodo a [[Roma]], i suoi rimaneggiamneti principali realizzati sono la [[Chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi]], il [[Complesso di Santa Maria delle Periclitanti]] e la [[Chiesa di Santa Maria Donnalbina]].
 
Completò la [[Chiesa di San Giuseppe dei Ruffi]] e la [[Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone]], realizzò ex novo la cupola della [[Chiesa del Gesù Nuovo]] successivamente ricostruita da [[Ignazio di Nardo]], progettò la [[Chiesa di Santa Maria del Rosario alle Pigne]] e la [[Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Piazzetta Mondragone)|Chiesa di Santa Maria delle Grazie]] a ''Piazzetta Mondragone''. A [[Montecassino]] vi è una collezione di incisioni datate [[1733]], a dieci anni dalla morte, le incisioni sono state realizzate su riferimenti di disegni e tavole di progetto realizzate tra il [[1697]] e il [[1699]] dall'architetto stesso.
'''Testo in grassetto'''
 
==Disegni di Montecassino==