Castello di Breno: differenze tra le versioni
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[[Pietro Visconti]] scende dall'alta valle fino a giungere a [[Lovere]] il [[18 settembre]] [[1438]]. Consolidate le posizioni sul [[Lago d'Iseo]] torna a [[Breno]] e ne pone il castello sotto assedio.
L'assedio del castello di Breno si protrae per sei mesi finché Pietro [[Avogadro (famiglia bresciana)|Avogadro]], giungendo con soccorsi da [[Brescia]], rompe l'assedio dopo una lunga resistenza degli occupanti, tra cui l'eroico Giacomo Ronchi.
Nel [[1453]] il castello di Breno, difeso da [[Pietro Contarini]], ''Capitanio di Valle'', Nicolò Rizzi, Castellano, Decio [[Avogadro (famiglia bresciana)|Avogadro]], Pasino [[Leoni]] e la famiglia brenese dei Ronchi oppone una fiera resistenza. L'assedio inizia nel novembre [[1453]], supportato dalla filomilanese famiglia [[Federici]].
[[Francesco Sforza]], avendo difficoltà a risolevere l'assedio, ordina al [[Colleoni]] di presentarsi con 1500 uomini e tramite l'uso dell'artiglieria da fuoco (qui per la prima volta in Valcamonica) i milanesi riescono a far capitolare la rocca. <ref>{{cita libro|cognome=Putelli |nome=Romolo |wkautore= |titolo=Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo |annooriginale= 1915 |anno=[[1989]] |editore=La Nuova Cartografica |città=[[Brescia]]|pagine=393}}</ref>
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