Paul Simonon: differenze tra le versioni

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Da giovane frequentò scuole con prevalenza di studenti di colore, e questo gli fece conoscere i suoni jamaicani e il [[soul]]. Benché fosse un cosiddetto ''[[hooligan]]'' del [[Chelsea]], dimostrò un grosso talento come artista ([[pittore]]), e vinse anche una borsa di studio per una vicina scuola dell'arte.
 
Circa alla metà degli anni 70, fu invogliato a suonare da un ragazzo di nome [[Mick Jones]] e dal produttore [[Bernard Rhodes]] che aiutava Jones nel reclutare musicisti per il suo nuovo gruppo, i [[London SS]]. Simonon era stato subito adocchiato da Mick dopo che aveva accompagnato un amico per sostenere un provino per i [[London SS]]. Egli fu scelto non per la sua particolare bravura nel suonare (non aveva mai toccato uno strumento a quall'epoca), ma per la sua immagine: biondo, alto e molto sicuro di sè. Vista la sua avversione per suonare la chitarra, Jones gli insegnò a suonare il basso elettrico. Nel [[1976]], scioltisi i London SS, Jones e Simonon, reclutarono [[Joe Strummer]] dai [[101'ers]] come cantante e chitarrista e formarono i Clash. Dopo innumerevoli cambi di batteristi, si unì a loro [[Terry Chimes]], e grazie a varie esibizioni dal vivo, ebbero subito un notevole seguito nella nascente scena [[punk]] inglese.
 
Nel [[1977]] firmarono un contratto con la [[Epic Records]], per la quale realizzarono il loro primo lavoro, ''[[The Clash (album)|The Clash]]'', che ebbe un notevole successo. Nel [[1978]] entrò in pianta stabile nel gruppo il batterista [[Topper Headon]] che iniziò subito a registrare con i [[clash]] l'album ''[[Give 'em Enough Rope]]''. L'anno successivo i Clash realizzarono ''[[London Calling]]'' disco nel quale trova posto il primo pezzo composto e cantato (dopo che Joe e Mick lo convinsero con non poca fatica) da Paul: ''Guns of Brixton''. La copertina di ''London Calling'' ritrae lo stesso Simonon mentre distrugge il suo basso (Fender Precision) durante la seconda data di un esibizione dal vivo al Palladium di [[New York]]. Fu definita da molti giornalisti ''La Più Grande Fotografia Rock di Tutti i Tempi''. Un anedotto della fotografa che scatto la foto, Pennie Smith, dice che Paul inflisse così forte il basso sul palco che gli si ruppe anche l'orologio: si bloccò alle 21:30, ora dell'impatto.