Operazione Urano: differenze tra le versioni
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=== L'offensiva sul fronte del Don===
Dopo un nuovo rinvio il [[9 novembre]], si tenne il [[13 novembre]] un'ultima riunione alla presenza di Stalin in cui vennero chiariti gli ultimi dettagli; Žukov e Vasilevskij presentarono un rapporto definitivo evidenziando i notevoli risultati raggiunti nell'organizzazione e nello schieramento delle forze, e manifestarono ottimismo sulla riuscita dell'operazione. Stalin, pur irritato dai rinvii dell'attacco e preoccupato per la situazione a Stalingrado, dove la 62ª Armata del generale Čuikov era sottoposta a nuovi, violenti attacchi e sembrava sul punto di crollare, finì per approvare le proposte dei due generali e la conferenza si concluse positivamente<ref>{{Cita|Erickson2002| pp. 458-462|Erickson 2002 |harv=s}}</ref>. Stalin quindi, dopo un ultima controversia il 17 novembre a seguito del pessimismo manifestato in un primo momento dal generale V.T.Volskij (comandante del 4° Corpo meccanzzato), diede via libera ai piani dello Stato maggiore generale: venne deciso il 19 novembre come giorno dell'inizio dell'operazione Urano e il generale Vasilevskij, che aveva dato prova di calma, preparazione ed efficienza, venne incaricato dal dittatore di coordinare sul posto i tre fronti dei generali Vatutin, Erëmenko e Rokossovskij<ref>{{Cita|Boffa1990| p. 99|Boffa 1990 |harv=s}}</ref>. Nei giorni successivi quindi Vasilevskij si spostò ripetutamente nei vari comandi avanzati sul fronte per sollecitare la massima velocità ed efficienza delle operazioni, mentre, contrariamente ad una tradizione storiografica, nella fase operativa il ruolo di Žukov, importantissimo riguardo alla parte ideativa e organizzativa dell'operazione Urano, divenne minimo, dato che il generale venne dirottato da Stalin sul fronte di Ržev per organizzare e condurre l'[[operazione Marte]] che avrebbe avuto inizio il [[25 novembre]] e sarebbe terminata ai primi di dicembre con un costoso fallimento<ref>{{Cita|Bellamy2010| pp. 613-614|Bellamy 2010 |harv=s}}</ref>.
L'attacco, confermato definitivamente dall'Alto comando sovietico con la comunicazione della parola in codice "sirena", scattò alle 07.20 del [[19 novembre]] [[1942]] sul fronte del Don, dove i sovietici disponevano delle grosse teste di ponte di Serafimovič e [[Kletskaja]], con una preparazione d'artiglieria con 3.500 pezzi che però a causa della scarsa visibilità provocata dalla fitta nebbia non ottenne tutti i risultati previsti, mentre anche l'aviazione sovietica dovette rinviare i suoi interventi alla tarda mattinata. Dopo circa 80 minuti di fuoco le fanterie russe della 5ª Armata corazzata del generale Romanenko e della 21ª Armata del generale Cistyakov (appartenti al Fronte Sud-Ovest), con il morale molto alto, sferrarono, con il sostegno dei carri armati, l'attacco con grande energia, ma i rumeni, pur scossi dall'imprevista violenza dell'offensiva, inizialmente si batterono bene<ref>Durante la battaglia rimasero uccisi tre dei quattro generali rumeni comandanti di corpo d'armata e ogni compagnia perse il proprio comandante; in {{Cita|Irving2001| p. 637|Irving 2001 |harv=s}}</ref> . Dopo aver superato facilmente la prima linea difensiva, i soldati sovietici subirono forti perdite sulla posizione di resistenza principale nemica, mentre anche le postazioni dell'artiglieria tedesco-rumena, solo in parte neutralizzate dal fuoco dei cannoni sovietici, intervennero con efficacia<ref>{{Cita|Scotoni2007| pp. 174-175|Scotoni 2007 |harv=s}}</ref>.
Nelle prime ore quindi le divisioni di fucilieri sovietiche del Fronte Sud-Ovest del generale Vatutin, ebbero notevoli difficoltà e solo la 47ª Divisione fucilieri della Guardia nel settore di Serafimovič e la 293ª Divisione fucilieri in quello di Kletskaja, riuscirono ad avanzare di 2-3 km, mentre le altre divisioni d'assalto della 5ª Armata corazzata (119ª e 124ª Divisione fucilieri) e della 21ª Armata (63ª, 65ª e 96ª Divisione fucilieri) fecero pochi progressi. Nel settore della 65ª Armata del generale Batov, appartenente al Fronte del Don del generale Rokossovskij, attaccarono la 304ª e la 76ª Divisione fucilieri ed ottennero qualche successo avanzando in serata di 3-5 km, nonostante l'aspra resistenza della 1ª Divisione cavalleria rumena e le difficoltà del terreno irregolare. Di fronte alle difficoltà superiori al previsto per sfondare in profondità le linee rumene, il generale Vatutin decise, per accelerare i tempi e risolvere in modo
L'intervento in massa dei corpi corazzati, a partire dalle ore 12.00, ebbe un effetto decisivo: dalla testa di ponte di Serafimovič avanzarono in colonne compatte i carri armati della 5ª Armata corazzata del generale Romanenko (circa 500 mezzi corazzati in totale<ref>{{Cita|Samsonov1964| pp. 337-339|Samsonov 1964 |harv=s}}</ref>). Il [[1° Corpo carri (Armata Rossa)|1° Corpo corazzato]] del generale V.V. Butkov, impegnato nel settore della 47ª Divisione fucilieri della Guardia, ebbe qualche difficoltà nel settore di Blinovskij e solo alle ore 14.00 raggiunse le linee nemiche e superò la resistenza della 9ª Divisione fanteria rumena avanzando di 4-5 km entro la serata, subito seguito dall'8° Corpo di cavalleria del generale
Nella testa di ponte di Kletskaja la 21ª Armata del generale Cistyakov alle ore 12.00 portò avanti, nel settore della 76ª e 293ª Divisione fucilieri, le sue forze mobili: il [[5º Corpo corazzato della Guardia (Armata Rossa)|4° Corpo corazzato]] del generale A.G. Kravčenko avanzò in due colonne che sbaragliarono rapidamente la 13ª Divisione fanteria rumena e marciarono subito in profondità. La colonna di sinistra avanzò di oltre 30 km e quella di destra di 10 km, subito seguita dai reparti mobili del 3° Corpo di cavalleria della Guardia del generale I.Pliev<ref>{{Cita|Scotoni2007| pp. 175-176|Scotoni 2007 |harv=s}}</ref>. Alla fine del 19 novembre quindi i corpi corazzati sovietici del generale Vatutin avevano superato le difese organizzate rumene sia a Serafimovič che a Kletskaja e avevano aperto ampie brecce dopo aver distrutto tre divisioni nemiche. Durante la notte queste formazioni corazzate, sollecitati dai loro comandanti a non fermarsi e a proseguire, continuarono ad avanzare a fari accesi in profondità, senza curarsi della scarsa visibilità, del clima e delle pericolose insidie del terreno solcato dalle profonde e invisibili ''balkas''<ref> Sulla frenetica marcia delle colonne corazzate sovietiche : {{Cita|Erickson2002| pp. 464-465|Erickson 2002 |harv=s}}; {{Cita|Beevor1998| pp. 274-275|Beevor 1998 |harv=s}}; {{Cita|Samsonov1964| pp. 308-310|Samsonov 1964 |harv=s}}</ref>. Nonostante alcuni incidenti, i carristi sovietici mostrarono grande slancio e nella mattinata del [[20 novembre]] sia le unità meccanizzate della 5ª Armata corazzata (1° e 26° Corpo corazzato e 8° Corpo di cavalleria) sia quelle della 21ª Armata (4° Corpo corazzato e 3° Corpo di cavalleria della Guardia) stavano ormai dilagando in modo compatto, travolgendo le retrovie tedesco-rumene e seminando il panico nei comandi e negli improvvisati reparti di blocco affrettatamente costituiti dai tedeschi<ref>{{Cita|Erickson2002| pp. 465-466|Erickson 2002 |harv=s}}</ref>.
=== Fallimento dei contrattacchi tedeschi e crollo dei rumeni===
Le prime notizie dell'inizio dell'offensiva sovietica sul Don vennero inizialmente sottovalutate dal comando della 6ª Armata che infatti non interruppe i suoi costosi attacchi nelle rovine di Stalingrado, mentre allarmarono subito, anche per le informazioni confuse provenienti dal comando rumeno, il Gruppo d'armate B che alle ore 9.30 attivò le riserve corazzate ordinando al generale Heim di dirigere con il suo 48° ''Panzerkorps'' (già in stato d'allarme dall'alba) verso la testa di ponte di Kletskaja dove sembrava di aver individuato il centro di gravità dell'attacco nemico. Scarsamente sostenute dalla Luftwaffe che non potè intervenire in forze a causa del maltempo, le riserve mobili tedesco-rumene (ridotte alla 22. Panzer-Division del generale [[Eberhard Rodt]] ed alla 1ª Divisione corazzata rumena, dato che la 14. Panzer-Division del generale [[Martin Lattmann]] venne subito tolta al generale Heim ed assegnata all'11° Corpo d'armata del generale Strecker) poco dopo le ore 11.00 ricevettero nuovi ordini, provenienti direttamente dall'OKH e da Hitler che ordinavano di cambiare direzione e avanzare verso nord-ovest per contrattaccare le forze nemiche che sembravano progredire pericolosamente dalla testa di ponte di Serafimovič<ref>{{Cita|Erickson2002| pp. 464-466|Erickson 2002 |harv=s}}; {{Cita|Bauer1971| pp. 272|Bauer 1971 |harv=s}}</ref>.
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