Operazione Urano: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
semplifico |
|||
Riga 378:
In quattro giorni, Stalin (spesso nervoso, freneticamente ansioso e in continuo contatto con Vasilevskij per avere notizie aggiornate durante i giorni dell'offensiva <ref name="J.Erickson 1975"/>) e l'Armata Rossa avevano ottenuto la tanto sospirata svolta decisiva della guerra da un punto di vista strategico-operativo, ma anche, in particolare, sotto l'aspetto morale e politico-propagandistico<ref> Una descrizione esauriente e chiara dello svolgimento complessivo dell'operazione Urano (principalmente dal punto di vista sovietico) in J.Erickson 'The road to Stalingrad', Cassel 1975 (2003); anche in: A.Beevor ' Stalingrado' Rizzoli 1998.</ref>. Probabilmente la drammaticità e la rilevanza epocale di questi quattro giorni trova un parallelo nella storia della [[Seconda guerra mondiale]] solo nella settimana (dal [[13]] al [[20 maggio]] [[1940]]) di offensiva dei [[panzer]] fino alle coste della [[La Manica|Manica]], con lo sbalorditivo accerchiamento finale degli eserciti Alleati in [[Belgio]] durante la [[Fall Gelb|campagna a ovest nel 1940]]. Alcuni autori considerano l'Operazione Urano, per le sue dimensioni e per le conseguenze strategiche e politiche, in assoluto il più grande accerchiamento militare di tutti i tempi<ref>{{Cita|Bellamy2010| p. 619|Bellamy 2010 |harv=s}}</ref>
==
{{Vedi anche| Battaglia di Stalingrado|Operazione Piccolo Saturno|Operazione Tempesta Invernale}}
Riga 388:
Paulus, insieme alla maggior parte dei generali comandanti, condivise la resa dei superstiti e rifiutò il tacito invito di Hitler al suicidio per suggellare epicamente con un esempio di fedeltà nibelungica la presunta epopea tedesca di Stalingrado. (A tale scopo era stato anche promosso [[feldmaresciallo]] da Hitler pochi giorni prima della resa finale).
La inattesa e disastrosa sconfitta tedesca sul Fronte orientale diede una grande spinta al morale della coalizione anti-hitleriana, particolarmente in Unione Sovietica, ma anche nei paesi alleati anglosassoni; la presunta invincibilità della Germania e di Hitler venne distrutta per sempre; mentre tra le potenze dell'Asse le ripercussioni politico-morali furono enormi sia a livello di opinione pubblica sia di quadri dirigenti (in [[Ungheria]], [[Italia]], [[Romania]] e anche nella [[Turchia]] e nella [[Spagna]] non belligeranti). La battaglia di Stalingrado rimane la più grande e decisiva sconfitta militare, politica e morale della Germania nella Seconda Guerra Mondiale e una delle più grandi catastrofi militari della storia tedesca.<ref>W.Shirer, ''Storia del Terzo Reich'', p. 1421; E.Bauer, ''Storia controversa della seconda guerra mondiale, vol. IV'', p. 129; C.Bellamy, ''Guerra assoluta'', pp. 636-638; per le dimensioni della catastrofe e la portata del contraccolpo su Hitler vedere: I.Kershaw ''Hitler, 1936-45''. Bompiani 2001; I.Kershaw ''Il mito di Hitler'', Bollati Boringhieri 1998; per una analisi che ridimensiona in parte la portata della battaglia: AA.VV. ''Germany and the Second World War, Volume VI:the global war'' (traduzione dal tedesco), Oxford press 1991</ref>
|