Storia del Regno d'Italia (1861-1946): differenze tra le versioni

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Lo stato italiano decise di entrare in guerra il [[24 maggio]] [[1915]].
[[Immagine:Soca Kobarid.jpg|thumb|left|200 px|L'[[Isonzo]] vicino a [[Caporetto]]]]
Il comando dell'esercito venne affidato al generale [[Luigi Cadorna]], che aveva come obiettivo il raggiungimento di [[Vienna]] passando per [[Lubiana]]<ref>{{citeCita booklibro | lastcognome = | firstnome = | titletitolo = L'età dell'imperialismo e la Prima guerra mondiale | publishereditore = La biblioteca di Repubblica|datedata=2004| pagespagine = p.683| isbnid=ISBN =}}</ref>. All'alba del [[24 maggio]] il [[Esercito|Regio Esercito]] sparò il primo colpo di cannone contro le postazioni austro-ungariche asserragliate a [[Cervignano del Friuli]] che, poche ore più tardi, divenne la prima città conquistata. All'alba dello stesso giorno la flotta austro-ungarica bombardò la stazione ferroviaria di [[Manfredonia]]; alle 23:56, bombardò [[Ancona]]. Lo stesso [[24 maggio]] cadde il primo soldato italiano, [[Riccardo di Giusto]].
 
Il comando delle forze armate italiane fu affidato al generale [[Luigi Cadorna]]. Il fronte aperto dall'Italia ebbe come teatro le [[Alpi]], dallo [[Stelvio]] al mare [[Adriatico]]. Lo sforzo principale per sfondare il fronte fu concentrato nella regione delle valli [[Isonzo]], in direzione di [[Lubiana]]. Dopo un'iniziale avanzata italiana, gli austro-ungarici ricevettero l'ordine di trincerarsi e resistere. Si arrivò così a una guerra [[Guerra di trincea|posizione]] simile a quella che si stava svolgendo sul fronte occidentale: l'unica differenza consisteva nel fatto che, mentre sul [[Fronte occidentale (Prima guerra mondiale)|fronte occidentale]] le trincee erano scavate nel fango, sul fronte italiano erano scavate nelle rocce e nei ghiacciai delle Alpi fino ed oltre i 3.000 metri di altitudine. Nelle ultime battaglie dell'Isonzo, combattute alla fine del 1915, le perdite italiane ammontarono a oltre 60.000 morti e più di 150.000 feriti, equivalenti a circa un quarto delle forze mobilitate.
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===1941===
[[File:Kingdom of Italy 1942 with provinces.svg|left|320px|thumb|Il Regno d'Italia tra il 1941 ed il 1943, con le [[Provincia di Spalato|province di Spalato]], [[Provincia di Cattaro|di Cattaro]] e [[Provincia di Lubiana|di Lubiana]]]]Nel febbraio [[1941]] gli inglesi sconfissero nuovamente gli italiani, in [[Egitto]] penetrando anche in [[Libia]] nella regione della [[Cirenaica]]. Contemporaneamente si registrarono i primi insuccessi anche nelle colonie del corno d'Africa, culminati il [[20 maggio]] con la resa del [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Duca d'Aosta]] dopo la [[Seconda battaglia dell'Amba Alagi|battaglia sull'Amba Alagi]]. In questa occasione all'[[Regio Esercito|esercito italiano]] fu reso l'[[onore delle armi]] da parte dei britannici.
Nel marzo ripresero poi le operazioni in [[Grecia]], ma nonostante gli sforzi fatti da Cavallero, l'esercito italiano venne nuovamente sconfitto e questo fatto causò la fine della ''Guerra parallela'', così chiamata da [[Benito Mussolini|Mussolini]].<ref name="Repubblica">{{citeCita booklibro | lastcognome = | firstnome = | titletitolo = La seconda guerra mondiale e il dopoguerra| publishereditore = La biblioteca di Repubblica|datedata=2004| pagespagine = p.147| isbnid=ISBN =}}</ref>
Nell'aprile, quindi gli sforzi militari italiani si diressero verso la [[Jugoslavia]] al fine di anticipare i nazisti, senza ottenere grandi risultati. L'[[11 aprile]] i tedeschi si impossessarono dell'area balcanica, concedendo allo stato fascista di mettere nominalmente a capo dello stato croato un rappresentante di [[casa Savoia]]. L'influenza italiana si limitò solamente alle zone costiere e, in base ad accordi con il capo del governo croato [[Ante Pavelic]], l'Italia avrebbe avuto per 25 anni il dominio del litorale della [[Croazia]].<ref>{{citeCita booklibro | lastcognome = | firstnome = | titletitolo = La seconda guerra mondiale e il dopoguerra| publishereditore = La biblioteca di Repubblica|datedata=2004| pagespagine = p.147| isbnid=ISBN =}}</ref>
 
L'intervento tedesco nei [[Balcani]] fece rinviare la campagna in [[Russia]], in quanto i nazisti avevano interesse a proteggere dagli inglesi gli stati satelliti. Nel giugno [[1941]], comunque venne intrapresa la campagna militare, con l'[[Operazione Barbarossa]].
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Nel [[1942]] le operazioni italiane si concentrarono in [[Unione Sovietica]] e [[Africa]]. In entrambi i fronti, grazie alle truppe tedesche si ebbero frequenti successi: in Russia si conquistarono vasti territori e si arrivò a controllare durante l'estate anche [[Stalingrado]], mentre nel nord Africa Rommel si spinse in [[Egitto]], conquistò varie città, più importante delle quali [[Tobruch]], facendo prigionieri molti inglesi, ma a causa degli attacchi dell'aviazione anglo-americana e dei rinforzi sempre meno frequenti si arrivò ad una sconfitta nella battaglia di [[Seconda battaglia di El Alamein|El Alamein]], che segnò la fine delle speranze dell'Asse di conquistare l'Egitto ed i campi petroliferi del [[Medio Oriente]]. A seguito di questa sconfitta cominciò la ritirata e gli italiani, non muniti di mezzi veloci vennero sconfitti dagli inglesi, con le divisioni [[Divisione Ariete|Ariete]] e [[Divisione Littorio|Littorio]] che vennero quasi completamente annientate dalla controffensiva.
 
La situazione peggiorò poi anche in [[Russia]] con l'avvicinarsi dell'inverno, infatti Mussolini non si era curato di rafforzare l'equipaggiamento delle truppe italiane appartenenti all'[[ARMIR]],<ref>{{citeCita booklibro | lastcognome = | firstnome = | titletitolo = La seconda guerra mondiale e il dopoguerra| publishereditore = La biblioteca di Repubblica|datedata=2004| pagespagine = p.194| isbnid=ISBN =}}</ref> ex [[CSIR]]. Già nell'estate vi erano state pesanti decimazioni nell'esercito italiano e nel dicembre [[1942]] cominciano le prime pesanti sconfitte, seguite dalla ritirata.
 
===1943===