Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale: differenze tra le versioni

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[[File:Bundesarchiv Bild 146-1975-036-24, Jugoslawien, serbische Gefangene.jpg|thumb|right|Soldati jugoslavi si arrendono ai tedeschi il 6 aprile 1941]]
 
L'adesione della Bulgaria al [[patto Tripartito]], avvenuta il 1° marzo 1941, consentì al [[Penisola balcanica|paese balcanico]] l'accesso al mar Egeo e parimenti consentì ai tedeschi di schierare le proprie truppe, destinate all'invasione della Grecia, sul suo territorio<ref>Lo schieramento delle truppe tedesche in territorio bulgaro causò, il 5 marzo 1941, la rottura dei rapporti diplomatici tra Londra e Sofia. Vedi: Salmaggi e Pallavisini, La seconda guerra mondiale, 1989, Mondadori, pag{{Cita|SalmaggiPallavisini1989|p. 104|harv=s}}.</ref>. ma il [[patto di non aggressione]] stipulato con la Turchia provocò le reazioni dell'[[Unione Sovietica]], in merito alla possibilità di violazione della sua zona di sicurezza da parte della Germania. La Jugoslavia, rimasto unico paese neutrale dell'area balcanica, fu sottoposto ad intense pressioni diplomatiche da parte di Hitler, di [[Winston Churchill]] e dello stesso [[Re d'Inghilterra]] [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]] ma il [[Principe Paolo di Jugoslavia|Principe Paolo]] decise in favore della Germania, comunicando al governo l'adesione della Jugoslavia al patto Tripartito il 20 marzo, formalizzandola a [[Vienna]] il giorno 25.
 
La decisione del Principe Paolo provocò un'ondata di proteste nel paese ed, il 27 marzo, un [[colpo di stato]] guidato dal generale [[Dušan Simović]], pose sul trono [[Pietro II di Iugoslavia]]<ref>Il colpo di stato fu idealmente organizzato dal Regno Unito ma realizzato materialmente con la collaborazione di elementi sovietici. Vedi: AA.VV., La storia, vol. XIII, L'età dei totalitarismi e la seconda guerra mondiale, Torino, 2004,Vedi: pag{{Cita|AAVV2004|p. 653|harv=s}}.</ref>; il nuovo Governo stipulò un patto di non aggressione con l'Unione Sovietica ma solo il 2 aprile venne comunicato alla Germania la non intenzione di formulare accordi con il Regno Unito, fornendo ad Hitler il pretesto per confermare gli ordini diramati il 27 marzo al momento del colpo di Stato, ossia la cosiddetta ''direttiva 25'', che autorizzava lo Stato Maggiore tedesco ad elaborare i piani per l'invasione della Jugoslavia, la cosiddetta ''operazione Marita''<ref>Hitler dichiarò ai suoi più stretti collaboratori che ''la Jugoslavia doveva essere cancellata per sempre''. V.Vedi: AA.VV., ''Il terzo Reich'', vol. ''La Conquista dei Balcani'', 1993, H&W, pag{{Cita|AAVV1993|p. 32|harv=s}}.</ref>., posticipando la data di inizio della già pianificata [[operazione Barbarossa]] dalla metà di maggio alla fine di giugno.
 
Il 6 aprile 1941 le truppe tedesche supportate da truppe italiane ed ungheresi diedero inizio, dopo un intenso bombardamento su [[Belgrado]], all'[[operazione 25|invasione della Jugoslavia]], o ''guerra d'aprile'', secondo la storiografia jugoslava, che portò allo smembramento del paese ed alla firma di un armistizio in soli undici giorni<ref>La resa della Jugoslavia fu formalizzata dai generali Markovic e Jankovic alla presenza del generale tedesco Maximilian von Weichs, mentre Pietro II riparò in Egitto. Vedi: Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol II, Fabbri Editori, 1995, pag{{Cita|Biagi1995|p. 424|harv=s}}.</ref>. Il mancato disarmo di parte dei reparti dell'esercito jugoslavo favorì l'inizio di una sanguinosa [[Resistenza jugoslava|resistenza partigiana]] contro le forze occupanti, e contemporaneamente alimentò una guerra civile tra le diverse fazioni politiche ed etniche presenti nel paese, ed, al termine del conflitto, i partigiani comunisti guidati da [[Josip Broz Tito]] emersero come i vincitori.
 
=== La campagna d'Italia ===