Gerusalemme: differenze tra le versioni
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distruzione di Gerusalemme operata da [[Tito]] (W. Kaulbach)]]
Nel [[331]] [[a.C.]] Gerusalemme venne occupata da [[Alessandro Magno]] e in seguito occupata dai Tolomei d’[[Egitto]] sino al [[198]] [[a.C.]], quando cadde sotto il dominio dei Seleucidi di [[Siria]]. Questi ultimi invano cercarono di ellenizzare la città, anzi provocarono la famosa rivolta dei Maccabei che, nel [[165]] [[a.C.]], si risolse con la loro vittoria e l’instaurazione della dinastia degli Asmonei, la quale durò fino a quando Gerusalemme, nel [[63]] [[a.C.]], fu conquistata da [[Pompeo Magno]]. Con la conquista romana, Gerusalemme fu consegnata ad [[Erode]], il quale la ricostruì secondo l’urbanistica greco-romana e vi fece sorgere il terzo tempio. Sotto il governatorato di [[Ponzio Pilato]], [[Gesù Cristo]] fu crocifisso sul monte [[Golgota]].
Il malgoverno romano e i fermenti religiosi tuttavia provocarono due gravissime rivolte nella città; la prima che si protrasse dal [[66]] al [[70]] [[d.C.]] per la quale fu necessario l’intervento delle legioni romane comandate da [[Tito]]; quest’ultimo sedata la rivolta distrusse la città e il tempio; la seconda insurrezione comandata da Bar Kokheba nel [[132]] [[d.C.]] permise agli [[Ebrei]] la riconquista di Gerusalemme (l’imperatore [[Adriano]] voleva infatti trasformarla in colonia romana), ma per breve tempo; i [[Romani]] difatti rapidamente mobilitarono le truppe al confine ed eliminarono ogni resistenza ribattezzando la città con il nome di ''Aelia Capitolina'' e trasformandola in colonia romana. L’imperatore [[Costantino]] e i suoi successori fecero restaurare ed abbellire i luoghi legati alle storie evangeliche e ad erigere la prima chiesa cristiana, quella del [[Santo Sepolcro]].
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