Viticoltura in Italia: differenze tra le versioni
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Nei secoli seguenti venne privilegiato l'aspetto quantitativo, dovuto alla facilità di coltivazione della pianta, ma i vini prodotti erano di qualità non eccelsa; tuttavia in alcune zone ([[Toscana]] e [[Piemonte]]) si iniziavano già ad evidenziare i primi tentativi di miglioramento.<br />
In Toscana vennero definite sia le zone di produzione che la ''formula'' del [[
Ma nella seconda metà del [[secolo XIX]], proprio quando la viticoltura iniziava a svilupparsi sia tecnicamente che qualitativamente, le piante vennero aggredite dalla [[Daktulosphaira vitifoliae|fillossera]], un insetto che ne provocava la morte; l'epidemia causò la distruzione della quasi totalità delle vigne; solo dopo alcuni anni si riuscì a trovare un rimedio, consistente nell'innestare le viti autoctone sui fusti di vite americana ([[vite (botanica)|
Nel [[secolo XX]] vengono promulgate le prime leggi specifiche tese a disciplinare la produzione del vino; inizialmente l'obiettivo era quello di tutelare la ''tipicità'' del prodotto, in seguito, nel rispetto delle norme comunitarie, anche la sua ''qualità''.
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