Ankarapithecus: differenze tra le versioni

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from the Sinap Formation of Turkey''. American Journal of Physical Anthropology 101 s23: 136.</ref><ref>Kappelman J., Duncan A., Feseha M., Lunkka J-P., Ekart D., McDowell F. & T. Ryan, 2003: ''Chronology of the Sinap Formation''. In: Fortelius M., Kappelman J., Sen S. & R. L. Bernor, 2003: Geology and Paleontology of the Miocene Sinap Formation, Turkey. Columbia University Press.</ref>. In base a questa datazione è possibile affermare che ''Ankarapithecus'' è praticamente contemporaneo a ''[[Dryapithecus]]'' e ''[[Sivapithecus]]''<ref>Begun D. R., Güleç E. & D. Geraads, 2003: ''Dispersal patterns of Eurasian hominoids: implications from Turkey''. In: Reumer J. W. F. & W. Wessels. (eds.), Distribution and migration of Tertiary mammals in Eurasia. A volume in honor of Hans de Bruijn. Deinsea 10: 23-29. Consultabile in formato PDF: http:// www.evolhum.cnrs.fr/geraads/geraa184.pdf . Nel testo (p. 31) sono forniti alcuni riferimenti bibliografici riguardo la datazione di ''Drypathitecus'' e ''Sivapithecus''.</ref>.
La regione della formazione Sinap all’epoca di ''Ankarapithecus'' doveva essere, sulla base dei reperti fossili rinvenuti, una savana boscosa calda<ref> Sen S., 1991: op. cit.</ref>.La presenza di un ominoide in questo tipo di ambiente è di estremo interesse<ref>Eronen J. T. & L. Rook, 2004: ''The Mio-Pliocene European primate fossil record: dynamics and habitat tracking''. Journal of Human Evolution 47: 323-341. Consultabile in formato PDF: http://www.helsinki.fi/science/now/pdf/Eronen_Rook_2004_JHE.pdf</ref>.
 
==Reperti noti==
All’olotipo si sono oggi aggiunti nel tempo altri reperti. Nel 1980 è stato rinvenuto il reperto siglato MTA 2125, comprendente un palato completo e buona parte della faccia; in particolare sono preservate le regioni nasale e zigomatica e parte dell’orbita destra<ref>Andrews P. & I. Tekkaya, 1980: op. cit.</ref>. Sicuramente più interessante, per la maggiore completezza, il reperto siglato AS 500 rinvenuto nel 1996. AS 500 conserva buona parte della faccia e la mandibola di un individuo di sesso femminile con M3s completamente emersi. La mandibola è stata rinvenuta circa 20 cm sotto il cranio: sebbene non fosse articolata con quest’ultimo il ritrovamento al medesimo livello stratigrafico, le dimensioni e le caratteristiche dei denti suggeriscono l’appartenenza al medesimo individuo. La faccia comprende buona parte dei premascellari, della mascella, delle ossa zigomatiche, lacrimali e nasali e porzioni dello sfenoide, dei palatini e del frontale, incluso una porzione della linea temporale destra<ref>Alpagut et al., 1996: op. cit.</ref>.
In funzione delle dimensioni delle orbite<ref>Aiello L. C. & B A. Wood, 1994: Cranial Variables as Predictor of Hominine Body Mass. American Journal of Physical Anthropology 95: 409-426. Consultabile in formato PDF: http://www.gwu.edu/~hogwash/BW_PDFs/RP091.pdf</ref> il peso di questo individuo è compreso tra 23 e 29 kg (rispettivamente in funzione dell’altezza e della larghezza delle orbite) <ref>Andrews P. & B. Alpagut, 2010: Functional morphology of Ankarapithecus meteai. In de Bonis L., Koufos G. D. & P. Andrews (eds), Hominoid Evolution and Climatic Change in Europe. Phylogeny of the Neogene Hominoid Primates of Eurasia. Volume 2: 213-230.</ref>, valore confrontabile con quello delle femmine di bonobo.
 
 
 
==Autonomia del genere==
L’autonomia del genere ''Ankaropithecus'' rispetto a ''Sivapithecus'' è stata oggetto di un lungo dibattito. Diversi autori hanno infatti considerato in passato ''Ankaropithecus meteai'' come semplice sinonimo di ''[[Sivapithecus|Sivapithecus indicus]]''<ref> Simons E. L. & D. R. Pilbeam, 1965: ''Preliminary revision of the Dryopithecinae (Pongidae, Anthropoidea''). Folia Primatologica 3:81–152.</ref> oppure lo hanno descritto come ''Sivapithecus metaei'', riconducendo alla sua variabilità anche i reperti greci assegnati a ''[[Ouranopithecus|Ouranopithecus macedonensis]]''<ref>Andrews P. & I. Tekkaya, 1980: ''A revision of the Turkish Miocene Hominoid Sivapithecus meteai''. Paleonthology 23 (1): 85-95</ref>.
L’attento studio comparato dell’anatomia dei reperti di ''Ankaropithecus'' noti al 1996 (ovvero l’olotipo e MTA 2125) ha permesso nel 1998 agli antropologi David R. Begun<ref>Vedi: http://anthropology.utoronto.ca/Faculty/Begun</ref> e Erksin Güleḉ<ref>Vedi: http://www.dtcf.ankara.edu.tr/erksingulec.html</ref> di determinare l’indipendenza a livello generico di ''Ankaropithecus''<ref>Begun D. R. & E. Gulec, 1998: ''Restoration of the Type and Palate of Ankarapithecus meteai: Taxonomic and Phylogenetic Implications''. American Journal of Physical Anthropology 105: 279-314. Consultabile in format PDF: http://anthropology.utoronto.ca/Faculty/Begun/ankara.pdf . Al momento della pubblicazione di questo lavoro erano stati in realtà scoperti altri reperti che non fu però possibile comprendere nello studio.</ref>, ipotesiproposta supportatasistematica dallache scopertaha ditrovato ulterioriverifica nello studio dei reperti trovati successivamente.
 
==Descrizione dei reperti==