=== Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Annunziata ===
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria Annunziata (Moniego)}}
Stupendo edificio di origine trecentesca, contiene diverse opere d'arte ed è affiancato da uno slanciato campanile del [[XVI secolo]].
Della parrocchia di Moniego si hanno notizie dal [[XII secolo]]. Fece parte del [[Patriarcato di Aquileia]] e poi dell'[[Arcidiocesi di Udine]], cosa sorprendente, in quanto la zona era da sempre sotto la [[diocesi di Treviso]]. Solo nel [[1818]], su richiesta di [[Sebastiano Soldati]], arciprete di Noale e poi vescovo di Treviso, a [[papa Pio VII]], la parrocchia fu assegnata a definitivamente a Treviso. Per la sua antica e singolare storia, la chiesa è insignita del titolo di [[arciprete|arcipretale]].
La prima consacrazione di cui si ha notizia è quella del [[25 marzo]] [[1321]] compiuta dal patriarca [[Pagano della Torre]]. Fu restaurata alla fine del [[XV secolo]] dal parroco di allora, il francescano Gregorio da [[Scutari]] e per l'occasione fu costruita la cupola e ampliata l'area presbiterale. Tuttavia, la chiesa è stata più volte rimaneggiata anche nei secoli successivi.
Ogni secolo ha lasciato all'interno della Chiesa la sua traccia: per esempio i due altari laterali tuttora dedicati al Crocifisso e alla "Madonna del Pan" sono di fattura tardo XVI secolo (inizio XVII).
Splendido è il coro ligneo che si trova nelle pareti del presbiterio, commissionato verso il [[1450]], come la porta che immette nella cappella Grimani, che al suo interno è decorata con affreschi di qualità non così scadente. In detta cappella (usata per le Celebrazioni feriali invernali) si trova una lapide marmorea datata al [[XIII secolo]] che insieme alla porta della cosiddetta ''cassaforte'' (XIV secolo) ed ai succitati affreschi fa di questa piccola cappella una piccola gemma della magnifica corona che è la Parrocchiale.
L'[[altare maggiore]], dove vi è il Tabernacolo con la riserva Eucaristica, è sormontato da una pala raffigurante l'evento dell'Annunciazione con due appendici a destra e a sinistra raffiguranti i due santi patroni di Aquileia: Ermagora vescovo e Fortunato diacono, entrambi martiri (dall'anno [[2000]] si è ripresa l'usanza di celebrare, con il grado di solennità per la Parrocchia, l'annua ricorrenza di questi due santi, il [[12 luglio]]).
Il gruppo marmoreo costituente il corpo dell'altare è di attribuzione cinquecentesca.
Altra gemma del presbiterio è la sede (la "sedia" usata dal Parroco o dal Vescovo per le Celebrazioni) che è attaccata al muro e sta alla base dell'ornamento dell'arco che immette nel presbiterio. Sopra la sede vi è la nicchia di custodia per gli Olii Santi.
Per quanto concerne le pale degli altari laterari, rivestono di importanza storica le pale dell'altare della Madonna e di Sant'Urbano (quello di San Valentino è una pittura molto recente ([[1960]]) eseguita a causa di un incendio che ha distrutto la precedente).
La pala di S. Urbano raffigura il Santo Pontefice seduto e rivestito dei paramenti e della tiara in conversazione con altri santi. Sopra vi è raffigurata la Chiesa trionfante con in primissimo piano la Vergine santa.
La pala della Madonna è un adattamento di una pala altrove collocata a questo altare: infatti la pala raffigura un gruppo di angeli che sembrano portare in alto la statua marmorea della Madonna del Pan ivi collocata in una nicchia, con alcuni santi sottostanti in preghiera. Ma la mancanza di alcune mani di angeli fanno pensare appunto ad un adattamento. Forse originariamente la pala raffigurava gli angeli che portavano altro (forse la S. Casa di Loreto) ed è stata adattata a questa nuova collocazione. L'organo, del [[1995]], è stato costruito dalla ditta padovana "Pizzo e Brasson".
=== Campanile ===
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