Esercito sasanide: differenze tra le versioni
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Altro assedio di un secolo successivo, che bene mette in mostra le capacità sasanidi in questo settore fu [[assedio di Amida|quello di Amida]] del [[359]] da parte del Re [[Sapore II]]. Ecco come ci narra alcune fasi salienti dello scontro tra Sasanidi e Romani [[Ammiano Marcellino]]:
{{Quote|Dopo aver concesso due giorni di riposto, numerosi soldati furono inviati a devastare i ricchi campi coltivati [intorno alla città di Amida] [...], poi la città fu cinta d'assedio con cinque differenti reparti/armate. All'alba del terzo giorno, splendenti reparti di cavalleria riempirono tutto lo spazio che la vista umana poteva abbracciare ed avanzarono lentamente le schiere, occupando le postazioni prestabilite. I Persiani assediavano l'intera cerchia delle mura. La parte orientale, nella quale era morto il giovane principe [figlio di Grumbate], fu affidata ai [[Chioniti]]; i [[Gelani]] furono assegnati al lato meridionale; gli [[Albania caucasica|Albani]] occupavano il lato settentrionale; i [[Dranghiana|Segestani]], i combattenti più valorosi, furono posti di fronte alla porta occidentale. Con questi ultimi avanzavano reparti di [[elefante da guerra|elefanti da guerra]], con corpi rugosi e mole gigantesca, carichi di uomini armati, spettacolo più di tutti spaventoso. [...] Dal sorgere del sole fino al tramonto, le schiere rimasero immobili, come piantate per terra, senza muovere un passo o senza che si sentisse il rumore del nitrito dei cavalli. Ritiratisi poi nella stessa formazione in cui erano avanzati, si sfamarono con del cibo e riposo.</br>E verso la fine della notte, guidati dal suono delle trombe, cinsero d'assedio di nuovo l'intera città, convinti che sarebbe caduta a breve. Appena Grumbate scagliò una lancia insanguinata, secondo l'uso del suo popolo e anche quello dei [[feziale|feziali]] romani, l'esercito con grande fracasso si avventò contro le mura.
Dopo il quinto giorno, l'assedio si fece sempre più pressante:
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