Iso Isetta: differenze tra le versioni
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Il primo prototipo fu realizzato nell'[[estate]] del [[1952]] e già prefigurava molte delle soluzioni tecnico-stilistiche presenti sulla vettura definitiva, come il corpo vettura "ad uovo", la meccanica di derivazione motociclistica e la presenza di un unico portellone frontale, che costituiva praticamente l'intero muso della vetturetta. Quest'ultimo riprendeva una soluzione particolare proposta dall'ing. Preti nella sua tesi di laurea, quando propose l' ''AL12'', un aereoplano con la parte anteriore, quella destinata alla cabina di pilotaggio, incernierata su un lato e completamente apribile. Pressoché definitiva era anche l'architettura della vettura, con scocca in lamiera d'[[acciaio]] dotata di un'ampia vetratura fissata a un telaio di tubi d'acciaio. Tale prototipo era inoltre provvisto di tre sole ruote: due davanti ed una dietro, soluzione presto abbandonata quando ci si accorse, durante le prove su strada, della pericolosità di tale soluzione in caso di foratura. Si scelse perciò una soluzione intermedia, ossia quattro ruote, delle quali le due posteriori erano molto ravvicinate tra loro per evitare la necessità di installare un [[differenziale (meccanica)|differenziale]], che avrebbe dovuto essere costruito ad hoc ed avrebbe quindi comportato un aggravio dei costi di produzione.
Dopo la prova del
Quanto al [[motore a scoppio|motore]], esso era inizialmente un monocilindrico [[motore a due tempi|a due tempi]] derivato da quello del motociclo ''Iso 200'', della [[cilindrata]] di 198 [[centimetro cubo|cm³]] ed in grado di erogare circa 8 [[cavallo vapore|cavalli]]. L'adattamento di tale motore alla nuova microvettura fu curato dall'ingegner Genoni, un altro validissimo collaboratore di Ermenegildo Preti.<ref>{{cita web|url=http://www.zarattini.com/microvetture/isetta.htm|titolo=Microcar-Isetta-Isomoto|accesso=9 agosto 2011|editore=Zarattini.com}}</ref>
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