Officine di Pietrarsa: differenze tra le versioni

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==Storia==
Le Officine di Pietrarsa, o ''Reale Opificio'' vennero concepite nel [[1840]] da [[Ferdinando II di Borbone]] come industria siderurgica in grado di produrre materiale bellico e civile utilizzando anche il [[ferro]] estratto nelle [[Polo siderurgico di Mongiana|miniere borboniche della Calabria]]. Nel [[1845]] iniziarono la produzione di [[locomotiva a vapore|locomotive a vapore]] progettate e parzialmente costruite in [[Inghilterra]] ma montate in loco. Si trattò di 7 locomotive, che utilizzavano parti componenti costruite in Inghilterra, analoghe ai precedenti modelli acquistati nel [[1843]] che avevano inaugurato la prima linea ferrata italiana, la [[Ferrovia Napoli-Portici|Napoli-Portici]]. Il [[22 maggio]] dello stesso anno Ferdinando II aveva emanato un editto nel quale era detto tra l'altro: ''E’ volere di Sua maestà che lo stabilimento di Pietrarsa si occupi della costruzione delle locomotive, nonché delle riparazioni e dei bisogni per le locomotive stesse, degli accessori dei carri e dei wagons che percorreranno la nuova strada ferrata Napoli-Capua''. L'obbiettivo era quello di affrancarsi dalla dipendenza estera nella produzione dei rotabili necessari al piano di costruzioni ferroviarie approntato che prevedeva l'estensione fino allo [[Jonio]] e all'[[Adriatico]] delle linee iniziate sulla [[Mar Tirreno|sponda tirrenica]].
 
Nel [[1853]] la forza lavoro di Pietrarsa raggiungeva il numero di circa 700 operai facendo dell<nowiki>'</nowiki> ''Opificio'' il più importante nucleo industriale italiano ancor mezzo secolo prima che nascesse la [[Fiat]] e 44 anni prima della [[Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche|Breda]].<ref name="Il-museo-nazionale di Pietrarsa.pdf">[http://www.ferroviedellostato.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=082568ae9d50a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD Il-museo-nazionale di Pietrarsa.pdf]</ref>