Storia del fascismo italiano: differenze tra le versioni
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Il sorgere del [[Regno di Jugoslavia]] alle frontiere orientali pose una pesante e decisiva pietra tombale sui sogni di [[irredentismo|riunificazione nazionale italiana]], con l'acquisizione dei territori promessi ed inclusi nel [[Patto di Londra]]: gli altri Alleati si erano appoggiati alle [[Quattordici punti|proposte]] del presidente [[USA]] [[Woodrow Wilson]] per assegnare al Regno di Jugoslavia stesso (in slavo ''SHS'', Srbija-Hrvatska-Slovenija) la [[Dalmazia]], [[Fiume (città)|Fiume]] (che secondo il trattato del [[1915]] sarebbe dovuto restare all'[[Austria-Ungheria]] o, in subordine, ad un piccolo Stato croato) e l'[[Istria]] Orientale.
La città di Fiume - dal canto suo - aveva espresso fin dagli ultimi fuochi della guerra la volontà di essere riunita all'Italia, ponendo così il [[Governo Orlando|governo di Roma]] nell'imbarazzo di dover accettare i voti della cittadinanza fiumana e contemporaneamente entrare in urto con [[Francia]], [[Gran Bretagna]], [[Stati Uniti d'America]] e - ovviamente - Regno jugoslavo. Infine, nonostante la fine delle ostilità con gli [[Imperi Centrali]], l'Italia restava coinvolta nella [[Occupazione italiana del Regno di Albania|guerra in Albania]], dai contorni incerti e dagli
Alla situazione politica internazionale difficile, faceva da contraltare una situazione economica interna drammatica: l'Italia dipendeva in gran parte dalle importazioni oltremare di grano e carbone ed aveva contratto pesantissimi debiti con gli Stati Uniti. Le casse statali erano quasi vuote anche perché la [[lira italiana|lira]] durante il conflitto aveva perso buona parte del suo valore, con un costo della vita aumentato di almeno il 450%.
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