Ermelinda (regina): differenze tra le versioni

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==Biografia==
È ricordata da [[Paolo Diacono]] che, nella sua ''[[Historia Langobardorum]]'', non specifica quando sposò [[Cuniperto]], re dal [[688]] al [[700]], anche se l'indicazione del matrimonio segue quella dell'ascesa al trono del marito<ref name=diacono>Paolo Diacono, ''Historia Langobardorum'', [[s:la:Historia Langobardorum - Liber V|V, 37]].</ref>. Lo storico precisa inoltre che Ermelinda era «di stirpe [[Anglosassoni|anglosassone]]»<ref name=diacono />: si tratta dell'unica regina [[longobarda]] di tale origine, cosa probabilmente resa possibile dalle frequentazionirelazioni tenutecon i regni anglosassoni avviate da [[Pertarito]], padre e predecessore di Cuniperto, durante il suo esilio nel [[Regno franco]], durato dal [[662]] al [[671]]<ref name=capo>Lida Capo, ''Commento'' a Paolo Diacono, ''Storia dei Longobardi'', pp. 556-557.</ref>. La forma originale del nome di Ermelinda, ''Eormenlind'', lascia supporre una sua appartenenza alla stirpe di [[Ecgberth]], [[re del Kent]]: in tale casato, infatti, erano frequenti gli [[antroponimi]] inizianti in ''Eormen-''<ref name=capo />. I rapporti tra Anglosassoni e Longobardi erano comunque frequenti, alla fine del VII secolo: le relazioni tra la Chiesa inglese e il [[Papato]] e i frequenti pellegrinaggi dalla [[Gran Bretagna]] a [[Roma]] ravvivavano continuamente i contatti tra i pellegrini, spesso di alto lignaggio, e i loro ospiti in territorio [[italia]]no<ref name=capo />.
Non è da escludere che il matrimonio di Ermelinda con Cuniperto si inserisse proprio nel quadro di tali relazioni. La presenza a Pavia di una regina anglosassone poteva rappresentare un punto di riferimento e d'appoggio per i pellegrini e i mercanti in viaggio dalla Britannia a Roma. In quel periodo, a Pavia, dovette formarsi una comunità anglosassone, come è testimoniato dalla presenza, in questa città, di personaggi importanti delle stirpiche regnavano in Britannia.
 
SecondoErmelinda è nota soprattutto per l'episodio, di sapore boccaccesco, riportato da Paolo Diacono. Secondo lo storico dei Longobardi, fu Ermelinda a segnalare a Cuniperto la bellezza della nobildonna [[Bizantini|bizantina]] [[Teodote]], che la regina aveva conosciuto alle terme di [[Pavia]], capitale del [[Regno longobardo]]; si trattava delle terme volute dal [[Diocesi di Pavia|vescovo]] [[San Damiano di Pavia|Damiano]] e che attestavano lo stile di vita "alla bizantina" della città a fine VII secolo<ref name=capo />. Per unirsi a Teodote, Cuniperto ordì quindi un inganno ai danni di Ermelinda: dopo aver ostentato indifferenza alle parole della regina sulla fanciulla, le ordinò di seguirlo in una battuta di caccia che aveva organizzato fuori città, per poi abbandonarla nottetempo e raggiungere l'amante<ref name=diacono />.
Gli storici sono divisi tra chi considera l'episodio puramente leggendario e chi è disposto a riconoscergli un fondo reale. L'aspetto più importante, comunque, è che, dopo la scoperta della tresca, Cuniperto fu costretto a troncare la relazione con Teodote, che si ritirò in un monastero. Ciò evidenzia il prestigio di cui godevano le regine longobarde, a confronto, per esempio, di quelle franche, che, in una situazione analoga, avrebbero rischiato di perdere la posizione di moglie del re. Il nome di due monache chiamate Teodote è attestato da un'iscrizione funebre risalente al periodo in questione.
 
==Note==