Disimpegno: differenze tra le versioni

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|titoloitaliano = Disimpegno
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Amos Gitai si è prestato a questa operazione di ulteriore propaganda. Non dimentichiamo che la fiera di Torino ha subito le imposizioni delle autorità israeliane che attraverso il ministero degli esteri e l’ambasciatore in Italia hanno voluto una vetrina per rilanciare l’immagine offuscata dalla recente sconfitta in Libano e dai continui massacri perpetrati in Palestina, apparentemente per difendersi dal terrorismo, ma con un progetto che tende a portare avanti “il lavoro” iniziato nel 1947 e che Ilan Pappe (scrittore israeliano) definisce pulizia Etnica della Palestina.
 
Durante un’intervista Tanya Reinhart (Israeliana, Professore emerito di linguistica, attivista anti-apartheid, morta nel 2007) afferma: … con l'evacuazione degli insediamenti, ad Israele è stata data mano libera per violare tutti gli accordi firmati cerimonialmente nel novembre 2005, sotto la supervisione di Condoleeza[[Condoleezza Rice]]. Da quel momento, gli USA hanno garantito pieno sostegno a Israele, che ha reso la striscia di Gaza una prigione all'aria aperta e ha iniziato a bombardare e affamare i Palestinesi assediati. Dovremmo notare che a nessun livello Sharon ha preso un impegno a rinunciare interamente al controllo israeliano sulla striscia di Gaza. Nel testo ufficiale del piano di disimpegno, così come è stato pubblicato dai media israeliani il 16 aprile 2004, si dichiara che Israele avrebbe mantenuto pieno controllo militare della striscia dall'esterno, come prima dello sgombero.
 
È chiaro che un film non può dire tutto, ma anche scegliendo cosa non dire, può scegliere da che parte stare, indebolendo il dialogo e mistificando la storia. Cosi mentre Jenin Jenin di Mohammed Bakri è censurato in Israele ed il regista processato, ''Disengagement'' è promosso dall'ambasciatore israeliano, largamente ossequiato nelle sale del Museo del Cinema di Torino dov'è avvenuta la proiezione.
 
==Collegamenti esterni==