Paradosso teologico: differenze tra le versioni
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== Paradosso dell'onnipotenza ==
{{Vedi anche|Paradosso dell'onnipotenza}}
*'''Enunciato''': essendo
*'''Paradosso''': può
Sia che si risponda sì alla domanda, sia che si risponda no, si dimostrerebbe che
Questo paradosso vuole mostrare la contraddittorietà della qualità "onnipotenza" attribuita a
== Paradosso dell'onniscienza ==
*'''Enunciato''': in quanto onnisciente
*'''Paradosso''': nessuno, nemmeno una divinità, può sapere ogni cosa.
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Dunque, per ogni sottoinsieme ''S'' di ''V'' abbiamo definito una verità (la quale afferma appunto che ''v'' appartiene -oppure non appartiene- a ''S''). Evidentemente, la famiglia di tutte queste verità è in [[corrispondenza biunivoca]] con l'[[insieme delle parti]] di ''V'', e pertanto ne ha la stessa [[cardinalità]]. Inoltre, in quanto appunto costituita di ''verità'', questa famiglia dovrebbe essere contenuta in ''V'' (poiché tale insieme per definizione contiene ''tutte'' le verità). Tuttavia, un noto risultato della [[teoria degli insiemi]] asserisce che l'[[insieme delle parti]] di un qualunque insieme ''V'' ha sempre cardinalità strettamente maggiore a quella di ''V''. Ne segue in particolare che pure la famiglia di verità appena costruita avrà cardinalità maggiore di ''V'', e dunque non potrà essere contenuta in esso. Perciò "V" non può essere l'insieme di ''tutte'' le verità.
In modo analogo al precedente paradosso, il paradosso dell'onniscienza mostra la non-consistenza di un'attribuzione fondamentale di
===Possibili confutazioni===
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== Paradosso dell'onnipotenza unita all'onniscienza==
*'''Enunciato''': in quanto onnipotente
*'''Paradosso''': può
In quanto onnisciente,
Questo paradosso vuole confutare la possibilità di un intervento arbitrario sull'universo, tramite l'onnipotenza, di un dio che sia dotato anche dell'onniscienza.
== Paradosso del Bene e del Male ==
*'''Enunciato''': Essendo Dio "''infinitamente [[bontà|buono]]''" o puro [[bene (etica)|bene]], non potrà mai causare o essere il [[male]]; essendo Dio "''onnipresente''" è presente in ogni cosa, in ogni momento, e in ogni luogo; essendo
*'''Paradosso''': Assumendo l'esistenza del [[male]] in senso cristiano, o Dio non è onnipresente (altrimenti il [[diavolo]] sarebbe una sua parte), o Dio non è onnipotente (in quanto il diavolo esiste), o Dio non è infinitamente buono (poiché il diavolo sarebbe una creazione di Dio).
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In quest'ultimo caso le considerazioni o confutazioni centrate sulla questione della "onnipresenza" non sono valide.
Una proposta di confutazione comune di questo paradosso riguarda la definizione del "male". È la questione che occupa più di frequente il dibattito [[teologia|teologico]]. L'obiezione più frequente è che il male è legato al "libero arbitrio" e non sarebbe possibile senza questo. Il [[libero arbitrio]] sarebbe la proprietà per cui la volontà di certe creature dipende solo da sé stessa, e non da
In generale: il libero arbitrio è il concetto che viene più spesso portato a confutazione del paradosso, ma questo stesso concetto è opinabile e paradossale. L'idea che il "libero arbitrio" esista, o che la sua esistenza sia "buona", costituiscono assiomi indimostrabili, e non sono accettati da tutti.
Infine, si osserva che la definizione di "male" dovrebbe essere consistente con la pratica (per esempio, tutti cercano di curare le malattie o di difendersi dalle catastrofi naturali, non considerano "male" solo le azioni prodotte da esseri umani) perciò è comunque difficile trovare una definizione di "male" che racchiude solo cose generate dal libero arbitrio, tralasciando per esempio il caso o la natura, che si assume creata da
===Possibili confutazioni===
* Relative all'''onnipresenza'' di
* Relative all'esistenza o definizione di ''male''. Un altro problema del paradosso è la definizione di ''male'': supponendo come definizione di male il risultato delle azioni delle creature (comprendendo sia l'uomo che il diavolo) dirette contro Dio, allora Dio non è responsabile del male, bensì lo sono le sue creature. Se il male non è "creato da Dio", ma manifestato da esseri dotati di libero arbitrio, il paradosso non è più tale. Per quanto detto nei paragrafi sopra, però, i sostenitori del paradosso non considerano il concetto di "libero arbitrio" come risposta al problema, dal momento che l'onnipotenza è troppo "forte" come principio logico-causale, mentre la condizione di "libertà" di un'altra creatura è vista come contraddittoria.
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