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==Gli organismi==
Le condizioni idrologiche dello strettoStretto di Messina sono straordinarie, e del tutto peculiari e speciali sono i popolamenti che esso ospita. Infatti, l’intesol’intenso idrodinamismo e le caratteristiche chimiche delle acque dello strettoStretto di Messina sono in grado di condizionare gli organismi che in esso vivono ed, anzi, riescono ad influenzare l’intero assetto biologico dell’ambiente determinando uno straordinario ecosistema, unico nel Mediterraneo per biocenosi, abbondanza di specie e, quindi, lo strettoStretto di Messina costituisce un fondamentale serbatoio di biodiversità.
Le intense ed alterne correnti, la bassa temperatura e l’abbondanza di sali di azoto e fosforo trasportati in superficie dalle acque profonde determinano la disponibilità di una grande quantità di sostanza organica utilizzata sia dagli organismi pelagici sia, soprattutto, dai popolamenti bentonici costieri. Tutto ciò, insieme ai fenomeni associati, determina un vero e proprio “riarrangiamento ecologico” che nelle specie a prevalente distribuzione occidentale tende a simulare una condizione di tipo atlantico. Infatti, numerose specie prettamente atlantiche, come ad esempio le laminarie (grandi alghe brune), che pur se presenti in qualche altra zona del Mar Mediterraneo solo nello strettoStretto di Messina riescono a formare comunità ben strutturate formando delle vere “foreste sottomarine” a riprova delle ottimeottimali condizioni ambientali. [D1]
Lo strettoStretto di Messina, confine fra i due bacini occidentale ed orientale del Mediterraneo, è un punto importante di osservazione dei flussi migratori delle specie che si trovano nei due bacini. In quest’area pervengono o transitano comunità planctoniche, anche di lontana origine sia orientale sia atlantica. Fra le specie bentoniche, di particolare rilevanza è la presenza di Pilumnus inermis, in precedenza considerato esclusivamente atlantico, che rappresenta una delle specie più rilevanti nell’associazione a Errina aspera (idrozoo) [D2], noto endemismo dello strettoStretto di Messina, sulsu qualecui vive un Mollusco cipreide (Pedicularia sicula), riscontrabile a livello della sella fra 80 e 110 m, ove sono presenti numerose altre specie fra cui l’ofiura ''Ophiactis balli'', ed i crostacei ''Parthenope expansa'' e ''Portunus pelagicus''. Da segnalare ancora il ''dente di cane gigante'' (''Pachylasma giganteum''). Grande importanza biologica ed ecologica è anche da ascrivere alle già citate Laminariales dello strettoStretto (''Sacchoryza polyschides'' e ''Laminaria ochroleuca''). Infine, sembra doveroso evidenziare sia la presenza di ''Albunea carabus'' e di cospicui insediamenti di ''Pinna nobilis'' [D2 bis] sia, per quanto si riferisce invece ai popolamenti vegetali, la presenza di Rodoficee calcaree e di vaste praterie di Posidonia oceanica e Rodoficee calcaree, ampiamente distribuite per areale e per profondità. Degna di nota, sempre per gli organismi vegetali, è anche la presenza di ''Phyllariopsis brevipes'', ''Phyllariopsis purpurascens'', ''Desmarestia dresnayi'', ''Desmarestia ligulata'', ''Cryptopleura ramosa'' specie che sono da ritenersi di estrema importanza perchè presenti solo in quest’area o in poche altre aree molto ristrette del Mar Mediterraneo.
Dal punto di vista faunistico lo strettoStretto è considerato da sempre il "paradiso degli zoologi", per l’enorme biodiversità che lo caratterizza. Le specie di invertebrati bentonici sono quelle che destano maggiore interesse. Il fondale è arricchito da una grande varietà di forme e colori datedovute dall’abbondanzaall’abbondanza di celenterati (attinie, madrepore e coralli). Un chiaro esempio sono le “foreste” di gorgonie gialle e rosse (''Paramuricea clavata'') dei fondali di Scilla. Queste, aderendo al substrato, creano un vero e proprio bosco, ambiente ideale ad ospitare numerose altre specie bentoniche.
Le specie ittiche sono ben rappresentate da cernie, saraghi, dentici, castagnole, ricciole ed in periodo invernale dagli splendidi ''Zeus faber'' (pesce San Pietro).
 
===Migratori===
 
Indubbiamente lo strettoStretto di Messina, trovandosi lungo una delle principali direttrici migratorie del Mar Mediterraneo, è un punto fondamentale di transito per la migrazione di numerose specie. Certamente le più conosciute e rilevanti, da un punto di vista economico ed ambientale, sono i grandi pelagici, cioè tonno (''Thunnus thynnus''), alalunga (''Thunnus alalunga''), palamita (''Sarda sarda''), aguglia imperiale (''Tetrapturus belone'') ed il pescespada (''Xiphias gladius'').
Le caratteristiche idrodinamiche e la “ricchezza” dello strettoStretto determinano il transito in acque superficiali di questi pesci che possono essere catturati con le particolari barche chiamate ''feluche'' o ''passerelle'', attive solo in questa parte del Mediterraneo. Inoltre, solo nello strettoStretto, pur se con attrezzi diversi, è possibile catturare il tonno in tutto l’arco dell’anno e di tutte le classi d’età (dalle forme giovanili agli organismi adulti) perché sarebbe presente una popolazione stanziale che periodicamente si muove tra i due mari limitrofi: il Tirreno e lo Ionio.
Da considerare ancora che lo strettoStretto è un punto di passaggio obbligato per le migrazioni dei cetacei, probabilmente il più importante nel Mediterraneo in termini di diversità di specie. Degni di segnalazione, oltre a tutte le specie di delfini presenti in Mediterraneo, sono le balenottere e particolarmente i capodogli che attraversano lo strettoStretto per andare nell’area delle Isole Eolie probabilmente a fini riproduttivi.
Infine, è da evidenziare la presenza di alcuni importanti selacei che migrano attraverso lo strettoStretto di Messina, quali ''Carcharodon carcharias'' (squalo bianco) ed ''Hexanchus griseus''. [D3]
 
===Organismi batiali===
Altra peculiarità dello strettoStretto di Messina è la presenza di una varia e numerosa fauna batipelagica (comunemente chiamata anche fauna abissale) che, trasportata in superficie dalla corrente proveniente da Sud (corrente montante), può essere facilmente catturata ancora in condizioni vitali nei punti di maggiore turbolenza (vortici o scale di marea), o spiaggiata lungo la riva in particolari condizioni meteo-marine. Esempi classici da menzionare sono ''Chauliodus sloani'' (pesce vipera) [D4], ''Argyropelecus hemigymnus'' (pesce accetta o ascia d’argento) [D5] e ''Myctophum punctatum'' (pesce diavolo) [D6]. Tali organismi batipelagici, che vivono in grandi quantità nelle profondità del Mar Mediterraneo (tra i 300 ed i 1.000 m ed anche oltre), pur non avendo alcun valore commerciale sono una fondamentale risorsa trofica per l’ecosistema marino in genere e per lo strettoStretto in particolare. Alcune specie non vengono trasportate in superficie dalle correnti in maniera totalmente passiva, ma effettuano ben definiti movimenti verticali, risalendo in superficie soprattutto durante la notte. La gran parte di questi pesci dall’aspetto mostruoso, in maggioranza dotata di particolari organi luminosi (fotofori) [D7], per la facile reperibilità nello strettoStretto di Messina ha richiamato in questa città tra la seconda metà del 1800 e l’inizio del 1900 studiosi (elenco???) provenienti da tutta l’Europa che, potendo trovare in modo relativamente semplice il materiale più vario ed abbondante per i loro studi, definirono lo stretto di Messina ''il paradiso degli zoologi''.
 
===Beach Rock===
Lungo le coste siciliane dello strettoStretto è presente un biotopo costiero di notevole interesse, costituito da un complesso biocenotico che, per la sua particolare origine e struttura, non può passare inosservato (infatti rientra nei confini della Riserva Naturale LagunaLagune di Capo Peloro). Si tratta di un tratto esteso di costa compreso tra Capo Peloro e S. Agata, interessato dalla presenza di una panchina rocciosa [D8][D9] che, dalla linea di spiaggia, si porta fino ad alcuni metri di profondità. Questa formazione, interpretabile come una beach rock, si situa in una posizione di raccordo tra il piano mesolitorale e la frangia superiore dell’infralitorale. Tale struttura rappresenta l’unico substrato duro naturale per le comunità bentoniche all’interno di questa fascia batimetrica, lungo il versante siciliano dello strettoStretto. Inoltre, per la sua particolare morfologia, per la distribuzione topografica, ed in funzione dei particolari condizionamenti determinati dal regime idrodinamico dello strettoStretto, la struttura ospita comunità bentoniche del tutto originali, rispetto a quanto noto per la generalità dei biotopi mediterranei affini. Oltre al suo rilevante interesse in termini di documentazione geologica (testimonianza di età tirreniana) e antropologica (anticamente utilizzata come cava per macine da mulino), la struttura è di grande importanza in quanto ospita estese formazioni a Vermetus, cioè un biotopo formalmente protetto a livello comunitario. Tali formazioni rappresentano inoltre un caso unico nel Mediterraneo, in quanto ubicate sulla superficie del conglomerato, anziché disposte nella tipica formazione a trottoire.
 
 
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[D7] : fotofori baguet
 
[D8]: beach rock.
[D9]: beach rock.