Codice di Aleppo: differenze tra le versioni

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==Storia==
 
Il codice ha avuto una storia particolarmente movimentata. A metà dell'[[XI secolo]], circa un secolo dopo la sua stesura, il testo fu acquistato dalla comunità [[Caraiti|caraita]] di [[Gerusalemme]], molto probabilmente dagli eredi di [[Aaron ben Asher]].
In seguito (tra il [[1079]] e il [[1099]]) fu portato presso la [[sinagoga]] [[Rabbino|rabbinica]] del [[Il Cairo|Cairo]], dove venne consultato da [[Maimonide]].
Verso la fine del [[XIV secolo]] fu portato ad [[Aleppo]], in [[Siria]], dove venne gelosamente custodito per secoli dalla comunità giudaica.
 
Negli [[Anni 1920|anni '20venti]] del [[XX secolo]], [[Paul Kahle]], l'autore dell'edizione critica del testo masoretico ''[[Biblia Hebraica]]'' , chiese più volte di poter fotografare il manoscritto ma senza successo.
Nel [[1944]] lo studioso ebreo [[Umberto Cassuto]] ottenne finalmente il permesso di poter esaminare il codice, senza però poterne fare fotografie.
Nel [[1947]], durante gli scontri contro la comunità giudaica di Aleppo, la sinagoga fu bruciata e il prezioso manoscritto fu pesantemente danneggiato all'inizio e alla fine, conservando solo 295 pagine delle originali 487. Andò persa la quasi totalità della [[Torah]].
 
Nel gennaio [[1958]] il Codice di Aleppo fu portato a Gerusalemme, dove è attualmente conservato nell'[[Israel Museum]] e finalmente accessibile per gli studi [[Esegesi biblica|esegetici]]. È stato usato come testimone fondamentale per numerose edizioni del testo biblico.
 
==Voci correlate==