Enrico Mattei: differenze tra le versioni

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Incidente o omicidio?: tutta roba senza fonte
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L'incidente nel quale Mattei perì fu, almeno temporalmente, preceduto da alcuni accadimenti che, a posteriori, taluni hanno inteso interpretare come espressivi [[presagio|presagi]].
 
{{CN|Nelle deposizioni rilasciate dal [[collaboratore di giustizia]] [[Tommaso Buscetta]] nel 1994,egli afferma come l'omicidio sia stato progettato ed eseguito da [[Cosa Nostra]] su richiesta di alcune famiglie mafiose siciliane emigrate negli [[Stati Uniti]]; il movente va ricercato negli interessi petroliferi di queste famiglie in [[Medioriente]] in cui si intromise [[Mattei]].}}
 
{{CN|A proposito dell'Algeria, Mattei aveva pubblicamente dichiarato che non avrebbe accettato le pur allettanti concessioni sul [[Sahara]] se non quando quello Stato avesse finalmente raggiunto l'[[indipendenza]]. Ciò contrastava con una proposta appena ricevuta da parte delle sette sorelle, che disperatamente cercavano di coinvolgere l'Eni in una politica comune, ritenendo che tutto il polverone italiano fosse stato sollevato al fine di barattare migliori condizioni commerciali. Con la sua sortita, Mattei aveva invece messo in ulteriore difficoltà il cartello antagonista, obbligandolo implicitamente a schierarsi per la Francia o contro di essa, per gli indipendentisti o contro di essi. Per la prosecuzione del colonialismo economico o contro di esso. Ed un qualsiasi sbilanciamento in questo senso delle sette sorelle avrebbe meccanicamente schierato anche il governo statunitense.}}
 
{{CN|Ricevette "perciò", una suggestiva missiva dell'[[Organisation armée secrète]] (OAS), un organismo armato francese ufficialmente clandestino (che comunque almeno in quella fase mostrava di avere interessi coincidenti con quelli governativi), che senza grandi perifrasi gli preannunciava le possibili funeste evoluzioni di una sua eventuale pertinacia nell'appoggiare il [[Fronte di liberazione algerino]]. Le minacce, i cui tempi e modi di trasmissione erano stati accortamente studiati, ebbero l'effetto di preoccupare Mattei, che non poté nascondere i suoi crucci alla moglie ed al capo della sua scorta, un fidato amico partigiano; questi immediatamente creò un ulteriore cordone di sicurezza attorno al ''dominus'' dell'Eni, distanziandone la scorta ufficiale composta di poliziotti e carabinieri (ed agenti del [[SIFAR]], quantunque Mattei controllasse anche questo) e frapponendovi una squadra di altrettanto fidati amici dei tempi della Resistenza.}}
 
{{CN|L'[[8 gennaio]] [[1962]] Mattei era atteso in Marocco per l'inaugurazione di una raffineria, ma il pilota del suo aereo personale, accorgendosi di una lievissima sfumatura sonora da uno dei reattori, scoprì un [[giravite]] fissato con del nastro adesivo ad una delle pareti interne del [[motore]]. L'episodio, classificato come banale ''dimenticanza'' dei tecnici, poteva con una certa probabilità provocare una sciagura con la seguente dinamica: il calore del reattore avrebbe sciolto il nastro, il cacciavite risucchiato sarebbe finito nel reattore stesso, che sarebbe esploso senza lasciar traccia dell'oggetto, potendo il tutto poi apparire come un incidente motorio. }}
 
{{citazione necessaria|Tra la fine del settembre dello stesso anno e l'inizio del mese successivo, Mattei ricevette [[Leonid Kolosov]], capo-centro del [[KGB]] sovietico per l'Italia settentrionale, il quale gli segnalò che contro la sua persona erano in corso progetti di ''neutralizzazione''. }}