Terza guerra mitridatica: differenze tra le versioni
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→65 a.C.: taglio ancora parte che inserisco in guerra di Pompeo contro Albani ed Iberi |
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{{Quote|Tigrane, informato degli avvenimenti, ebbe paura e mandò subito alcuni suoi uomini per trattare la resa, consegnandogli anche gli ambasciatori di Mitridate [che inprecedenza aveva catturato]. A causa però dell'inimicizia del figlio, non incontrò una favorevole accoglienza. Poiché Pompeo, evitando ogni genere di accordo, aveva ormai attraversato il fiume [[Arasse]] ed era giunto davanti ad Artaxata, Tigrane consegnò a lui [Pompeo] la città e si presentò davanti all'[[castrum|accampamento romano]] spontaneamente. Indossava indumenti che erano il più possibile una via di mezzo tra l'antica dignità e la sua presente sventura, al fine di incutere sia rispetto, sia commiserazione. Aveva, quindi, deposto la tunica a fasce bianche con il mantello di porpora, conservando solo la corona ed una benda. Pompeo mandò allora un littore e lo fece scendere da cavallo [...]. Quando poi, dopo che era entrato a piedi, lo vide gettare la corona reale e prostrarsi a terra come un supplice, [Pompeo] ne ebbe pietà. Scese dal seggio, lo aiutò ad alzarsi, gli rimise in capo la corona, lo fece sedere accanto a lui e lo rincuorò, dicendogli che non aveva perduto il regno, ma al contrario si era procurato l'[[regno cliente (storia romana)|amicizia del popolo romano]]. In questo modo generò in lui simpatia e lo invitò a pranzare insieme.|[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 52.1-4.}}
Tigrane figlio, che invece sedeva all'altro fianco di Pompeo, né si alzò in piedi alla vista del padre, né lo salutò, irritando non poco il generale romano.<ref name="Dione36.53.1">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 53.1.</ref> Il giorno seguente dopo averli ascoltati, Pompeo perdonò a Tigrane padre ciò che aveva fatto contro Roma, e lo riconciliò con il figlio. Quest'ultimo lo pose a capo della [[Sofene]]<ref name="PlutarcoPompeo33.4">[[Plutarco]], ''Vita di Pompeo'', 33.4.</ref> (dov'era conservato il tesoro<ref name="Dione36.53.3-4">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 53.3-4.</ref>) e della [[Gordiene]]; al padre lasciò la sola [[regno d'Armenia|Armenia]] (che aveva ereditato, a sua volta, da suo padre),<ref name="Dione36.53.2">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 53.2.</ref> con la promessa che alla sua morte avrebbe lasciato tutto in eredità al figlio.<ref name="AppianoMitridatiche105">[[Appiano di Alessandria]], ''Guerre mitridatiche'', 105.</ref> Chiese che Tigrane abbandonasse tutti i territori che aveva conquistato durante la guerra: si trattava di parte della [[regno di Cappadocia|Cappadocia]], della [[Regno seleucide|Siria]] dall'Eufrate al mare, della [[Fenicia]], facendosi consegnare personalmente una parte della [[Cilicia]], che aveva sottratto in precedenza
Alla fine le condizioni della resa prevedevano il pagamento di un tributo a Roma:<ref name="Dione36.53.2"/> 6.000 talenti [[Talento (peso)|talenti]] per Pompeo,<ref name="AppianoMitridatiche104"/><ref name="PlutarcoPompeo33.4"/> 50 [[dracma|dracme]] ciascuno per ogni [[legionario romano]], 1.000 per ogni centurione e 10.000 per ciascun ''[[tribunus militum]]''.<ref name="AppianoMitridatiche104"/><ref name="PlutarcoPompeo33.5">[[Plutarco]], ''Vita di Pompeo'', 33.5.</ref>
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