Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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Gonfiando le file del suo esercito con bande di ribelli locali, Garibaldi sconfisse l'esercito borbonico a [[Calatafimi-Segesta|Calatafimi]] il [[13 maggio]]. Il giorno successivo si dichiarò dittatore della Sicilia in nome di [[Vittorio Emanuele II]] d'[[Italia]]. Avanzò verso [[Palermo]], la capitale dell'isola, e iniziò l'assedio il [[27 maggio]]. Ebbe il supporto di molti degli abitanti, ma prima che la città potesse essere presa arrivarono i rinforzi e bombardarono pesantemente la città. A questo punto intervenne un ammiraglio britannico che facilitò l'armistizio; le truppe e le navi da guerra partenopee abbandonarono e cedettero la città.
 
Ultimamente sono venuti alla luce dagli archivi inglesi, grazie allo studioso Di Vita, dei documenti che testimoniano come la spedizione dei mille fu finanziata segretamente dal governo inglese con una somma stratosferica di 3 milioni di franchi francesi di allora, corrispondenti a molti milioni di dollari attuali. E' verosimile pensare che gran parte di tale denaro sia stato utilizzato da Garibaldi per ''comprare'' i generali dell'esercito borbonico, in particolare Ferdinando Lanza. E' inverosimile che un esercito di centomila uomini, come quello borbonico, potesse essere messo in fugofuga da poco più di mille camicie rosse, le quali perdetteroaccusarono la perdita di, soltanto, 78 vite umane.
 
Comunque, per quell'epoca, Garibaldi aveva riportato una importante vittoria. Egli guadagnò la fama mondiale e l'adulazione degli italiani. La fede nella sua impresa era così forte che dubbio, confusione, e costernazione colsero anche la corte napoletana. Sei settimane più tardi marciò contro [[Messina]] nell'est dell'isola. Conquistata la città, dalla fine di luglio solamente la cittadella restò in mano ai borbonici.