Rodolfo III di Borgogna: differenze tra le versioni
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Ma l'imperatore reagì e nel [[1018]] obbligò Rodolfo ed i nobili più in vista<ref>[[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]] non era tra questi, e dato che era il figlio dell'ex re d'Italia, [[Adalberto II d'Ivrea]], non è del tutto da scartare l'opinione di alcuni storici che dicono che Ottone Guglielmo mirasse al trono del regno di Arles.</ref> a sottomettersi completamente<ref>[[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]] condusse una nuova spedizione contro [[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]] di cui non si conoscono gli esiti, ma è presumibile che furono simili a quelli del 1016.</ref> rinnovando solennemente gli impegni presi a Strasburgo.
Nel [[1024]], alla morte dell'imperatore Enrico II, Rodolfo venne spinto dai nobili del regno a revocare l'impegno preso con il medesimo<ref>Rodolfo riteneva che l'impegno di nominare erede e suo successore Enrico decadeva con la sua morte, ma
Nel [[1025]], il nuovo re di Germania [[Corrado II|Corrado il Salico]], marito di sua nipote [[Gisella di Svevia]]<ref>Gisella era la figlia di sua sorella Gerberga</ref>, occupò [[Basilea]] per forzarlo a confermargli la successione; Rodolfo si sottomise e, nel [[1027]], come un vassallo, si recò a [[Roma]] e assistette all'incoronazione imperiale di [[Corrado II]]<ref> All'incoronazione di [[Corrado II|Corrado il Salico]] era presente anche il re di [[Danimarca]] e [[Inghilterra]], [[Canuto I di Danimarca|Canuto]]</ref>. Corrado, dato che il conte di Borgogna, Ottone Guglielmo, era morto l'anno prima, non aveva che da attendere la morte di Rodolfo e poi prendere possesso del regno di Arles<ref>In quello stesso anno ([[1027]]), a [[Muttenz]], Corrado aveva ricevuto le insegne reali, la corona e la lancia di san Maurizio, ed era stato riconosciuto ufficialmente erede.</ref>.
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