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La tregua formale non durò che qualche mese giacché le altre università cattoliche della Germania continuarono ad attaccare l'opera di Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti.
Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a [[Lipsia]] nel febbraio del 1519 tra Lutero, Carlostadio e un professore proveniente da [[Ingolstadt]], [[Johann Eck]]. L'importanza di questo dibattito risiede nell'ammissione che compì Lutero di condividere alcuni punti della dottrina [[Hussiti|hussita]]. Ciò fornì al papato il capo di imputazione necessario per la condanna di Lutero giacché cento anni prima il [[Concilio di Costanza]] aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche.<ref>Leone X, ''Decet Romanum pontificem''.</ref>
=== I principi contro l'Impero ===
Nel gennaio del [[1520]] si riunì a Roma il primo [[concistoro]] contro Lutero, ed in giugno fu emanata la [[Bolla papale|bolla]] ''[[Exsurge Domine]]'' che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente le sue posizioni o di comparire a Roma per fare altrettanto, pena la scomunica.
[[File:Karl V HRR MATEO.jpg|thumb|Carlo V]]
Nell'agosto dello stesso anno Lutero replicò pubblicando la lunga lettera ''An den christlichen Adel deutscher Nation von des christlichen Standes Besserung (Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca: del miglioramento dello Stato cristiano)'', con la quale invitò i nobili, i capi, i tutori della Germania alla lotta contro la Chiesa di Roma contestando l'[[Infallibilità papale|infallibilità del papa]] (che all'epoca non era ancora un dogma di fede ma una tradizione ben consolidata), il [[monachesimo]] e il [[celibato clericale]], e in cui nuovamente stigmatizza i mali di Roma e confessa di aver voluto «assalire violentissimamente il papa, come l'[[Anticristo]]». A questo scritto seguì, in ottobre, il trattato teologico ''De captivitate babylonica ecclesiae praeludium'' (Preludio alla cattività babilonese della chiesa), nel quale Lutero passa in rassegna i sette [[sacramenti]], accettandone soltanto tre: [[battesimo]], [[eucarestia]] e [[Penitenza (sacramento)|penitenza]] (ossia la confessione), ma tutti, soprattutto l'ultimo, in forma molto relativizzata (vedi [[luteranesimo]]). Ancora nel [[1520]] Lutero pubblicò un trattato destinato ad avere grande importanza nel pensiero politico dei secoli a venire: ''Von Freiheit eines Christenmenschen'' (Della libertà del cristiano), in cui egli stabilisce una ferma scissione tra la vita spirituale, completamente libera, e quella corporale, soggetta all'amore per il prossimo e quindi vincolata.
La situazione era ormai irreversibile, in molte città della Germania i testi di Lutero venivano arsi nelle piazze, mentre in altre aree dell'Impero si alimentavano focolai di rivolta. A questi fatti si aggiungevano i nuovi propositi di alcuni principi tedeschi i quali, accogliendo le teorie riformatrici di Lutero, non erano disposti a vedere condannata e dispersa la sua opera; tra essi vi era anche Federico il Saggio.
Nel novembre [[1520]] il nuovo imperatore Carlo V d'Asburgo pretese dall'elettore di Sassonia che Lutero comparisse dinanzi alla dieta imperiale a [[Worms]]. Il [[10 dicembre]] dello stesso anno Lutero fa bruciare nella piazza di Wittenberg i testi del diritto canonico, la bolla papale e alcuni scritti dei suoi avversari.
=== La scomunica e la rottura con Roma ===
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