Martin Lutero: differenze tra le versioni

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La tregua formale non durò che qualche mese giacché le altre università cattoliche della Germania continuarono ad attaccare l'opera di Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti.
Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a [[Lipsia]] nel febbraio del 1519 tra Lutero, Carlostadio e un professore proveniente da [[Ingolstadt]], [[Johann Eck]]. L'importanza di questo dibattito risiede nell'ammissione che compì Lutero di condividere alcuni punti della dottrina [[Hussiti|hussita]]. Ciò fornì al papato il capo di imputazione necessario per la condanna di Lutero giacché cento anni prima il [[Concilio di Costanza]] aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche.<ref>Leone X, ''Decet Romanum pontificem''.</ref>
 
=== La scomunica e la rottura con Roma ===
[[File:Luther-in-Worms-auf-Rt.jpg|thumb|Lutero a Worms]]
 
Il [[3 gennaio]] [[1521]] con la bolla ''Decet Romanum Pontificem'', Leone X scomunicava Martin Lutero, l'accusa era di eresia hussita. Il principe Federico ottenne che a Lutero non fosse fatto alcun male a Worms e che gli si consentisse di esporre le sue ragioni. Lutero aveva già spregiativamente bruciato in pubblico la bolla papale ''Exurge Domine'' (15 giugno 1520) con la quale era stato minacciato di scomunica se non avesse desistito dal proprio intento (''in suo pravo et damnato proposito obstinatum'').
 
{{vedi anche|Carlo V e Lutero}}
Il [[16 aprile]] Lutero giunse alla dieta <ref>Lutero a Worms:
 
:Il consiglio della città di Wittemberg gli assegnò una carretta coperta a quattro ruote e due cavalli. Delle spese di viaggio se ne incaricò l'Università. Per compagnia e protezione insieme a Lutero viaggiavano un collega, [[Nicolaus von Amsdorf|Nicolò Amsdorf]], un confratello e uno studente [[Pomerania|pomerano]].
 
:La carretta era preceduta da un [[araldo]] a cavallo con le insegne imperiali e quando arrivarono ai confini della città di [[Erfurt]] lo stesso [[rettore]] con un corteo di cavalieri accolse l'ex studente dell'Università con tutti gli onori. Lutero tenne una predica a cui era accorsa così gran folla che la galleria cominciò a scricchiolare pericolosamente ed egli allora per scongiurare il panico disse scherzando:«Riconosco le tue astuzie o [[Satana]]». Un giovane teologo volle scortare la carrozza a cavallo e così quando Lutero arrivò a [[Worms]] più di cento cavalieri gli facevano scorta d'onore. Ma intanto il diavolo ci stava mettendo la coda: a Gotha, mentre celebrava la messa, alcune pietre caddero dal tetto della chiesa e, presagio ancora peggiore, gli giunse la notizia che l'imperatore aveva ordinato che gli scritti dell'[[eresia|eretico]] professore fossero consegnati da chiunque li possedesse per essere distrutti. Poi si ammalò, ma con un [[salasso]] e una medicina poté riprendere il viaggio. A [[Francoforte sul Meno|Francoforte]] pare che Lutero gradisse molto il vino di [[malvasia]]; suonò il [[liuto]] e cantò in allegria con i suoi compagni.
:Giunto a Worms la folla era tanta che era salita sui tetti per vederlo. Il giorno dopo per recarsi alla [[dieta]] vi dovette andare per vicoli e vie traverse per sfuggire alla ressa nelle strade. Dopo aver aspettato ore ai piedi delle scale finalmente si trovò alla presenza di Carlo V, che lo scrutava impassibile e silenzioso, di tutti e sette i principi elettori ; tutti i banchi degli ordini imperiali erano stracolmi. Su un tavolo erano gettati alla rinfusa le opere di Lutero. Vi fu un momento di imbarazzo generale che fu superato da un consigliere di Federico che disse: «Intitulentur libri» («Si leggano i titoli»). Lutero a voce bassa e parlando in latino e tedesco, li riconobbe per suoi ma per l'eventuale ritrattazione voleva un po' di tempo per riflettere. I membri della dieta si consigliarono e votarono. L'avvocato imperiale disse che Lutero non era degno di una proroga ma, per la buona disposizione dell'imperatore, gli si concedevano ventiquattr'ore. Carlo V lasciando la sala della dieta aveva detto al suo seguito: «Non sarà costui a farmi eretico».
:Il giorno dopo Lutero, ancora dopo una lunga attesa, dichiarava di parlare anche in nome della povera [[nazione]] tedesca oppressa e angariata dalla corruzione e dalla [[fisco|fiscalità]] della Chiesa. Quanto poi nei suoi libri riguardava la fede, egli non poteva certo ritrattare e neanche quelle opere che criticavano l'operato del papa egli poteva ripudiare, poiché era dovere di ogni buon cristiano rimproverare chi si allontanava dalla dottrina [[Vangelo|evangelica]]. Egli era invece pronto alla ritrattazione per gli scritti rivolti contro i suoi nemici, dove riconosceva di avere esagerato nella polemica, ma non per la dottrina. Aggiungeva che egli sapeva bene che dalla sua predicazione sarebbero potuti nascere disordini, ma anche Cristo aveva detto che non era venuto per metter pace. Concluse chiedendo la protezione dell'imperatore dai suoi nemici.
 
:L'avvocato imperiale gli contestò che quanto era scritto nei suoi libri era argomento di vecchie eresie ormai confutate e che non era possibile credere che la Chiesa fosse vissuta nell'errore sino all'arrivo di Lutero. Lutero si dichiarò pronto alla ritrattazione solo se lo avessero persuaso con scritti o con parole poiché egli non poteva andare contro la sua stessa coscienza. L'avvocato cesareo perse la pazienza: credeva il Martinus che la chiesa avesse sino ad allora errato? «Ebbene sì - rispose Lutero - ha sbagliato e per molti articoli; è chiaro come il sole e lo dimostrerò. Che Dio mi aiuti: sono pronto». A questo punto Carlo V disse di averne abbastanza e lasciò la dieta. Arrivato alla sua stanza d'albergo, racconta un testimone del tempo, Lutero "alzò le braccia in alto come fanno i vincitori nel torneo" esclamando: «Ce l'ho fatta!» («Ich bin hindurch»). (In [[Delio Cantimori]], "Martin Lutero", ''Discorsi a tavola'', traduzione di L. Perini, Torino 1969)
 
:Il giorno dopo la Dieta venne informata delle decisioni dell'Imperatore: egli si dichiarava disposto a rispettare il salvacondotto che aveva concesso a Lutero e quindi gli concedeva d'allontanarsi; nel contempo però affermava di essere deciso ad «agire contro di lui come contro un eretico notorio» e chiedeva agli ordini che tenessero fede alla promessa che gli era stata fatta. cioè che avrebbero collaborato alla cattura del monaco qualora si fosse rifiutato di ritrattare.</ref> salutato festosamente dalla popolazione. Nel corso dei successivi due giorni il monaco riformatore spiegò i contenuti dei suoi scritti all'assemblea composta dall'imperatore e dai principi, compresi alcuni delegati papali. Ciononostante gli fu imposto di [[atto di abiura|abiurare]] ma Lutero rifiutò e Carlo V lo condannò come nemico della cristianità tedesca ed eretico.
 
Il salvacondotto imperiale che il principe Federico aveva ottenuto per il suo protetto impedì l'immediato arresto di Lutero a Worms. Per salvarlo dalla condanna che ormai era stata emessa, il principe organizzò un falso rapimento di Lutero allo scopo di tenerlo nascosto nel castello di [[Wartburg]], ad [[Eisenach]], dove rimase per dieci mesi, nel corso dei quali si dedicò alla sua più importante opera: la traduzione tedesca del nuovo testamento, partendo dal testo greco redatto pochi anni prima da [[Erasmo da Rotterdam]]. Pubblicata anonima nel settembre 1522, divenne nota come il "Nuovo Testamento di Settembre". Costava un fiorino e mezzo, pari al salario di un anno di una domestica. Comunque andò a ruba. In dodici mesi se ne stamparono 6.000 copie in due edizioni, e almeno altre 69 edizioni seguirono nei successivi 12 anni.
 
Con Lutero assente, la responsabilità di portare avanti il movimento riformatore ricadde su Melantone e Carlostadio mentre sia a Wittenberg che in altri luoghi della Germania iniziarono a scoppiare disordini e si riscontravano comportamenti contrari alla dottrina cattolica da parte dei sacerdoti.
 
L'[[8 maggio]] [[1521]] Carlo V proclamò l'[[editto di Worms]], con il quale le tesi luterane venivano ufficialmente condannate e perseguite in tutti i territori dell'impero. Lutero era considerato un fuorilegge e un nemico pubblico, chiunque poteva ucciderlo impunemente, sicuro dell'approvazione delle autorità. La situazione di Lutero si fece estremamente pericolosa e c'era chi temeva, e chi sperava, che l'intera vicenda si concludesse, come tante altre volte in passato, col rogo.
 
Il [[1º dicembre]] [[1521]] era intanto morto papa Leone X.
 
Nel marzo [[1522]] Lutero rientrò a Wittenberg. La prima edizione del Nuovo Testamento fu pubblicata in quell'anno.
 
=== Le rivolte dei cavalieri e dei contadini ===