Michail Bakunin: differenze tra le versioni
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In questo passaggio è chiara la posizione che Bakunin assume nei confronti dello Stato il quale se non verrà abolito non ha alcuna via di scampo che di instaurarsi "nella sua forma più sincera oggi possibile, e cioè sotto la forma della dittatura militare o di un regime imperiale" (ibidem).
Ossia, nel momento storico di grande fermento sociale e di esperienze rivoluzionarie da poco passate e destinate a ripresentarsi l'indomani della [[Grande guerra]], la lotta tra bene e male è la lotta tra l'istituzione statale e quindi lo spirito [[reazione (politica)|reazionario]] della [[classe sociale|classe]] [[borghesia|borghese]] e la Rivoluzione, strumento della [[classe proletaria]] oppressa. Lo Stato in quanto tale e solo perché emanazione e strumento dell'esercizio di una autorità è la fonte della dominazione che la [[borghesia]] perpetra ai danni del popolo, difendendo la disparità sociale e la divisione del lavoro, in cui il vero sforzo è sostenuto dal proletariato e di cui i profitti sono intascati dai padroni, in cui l'autorità, per mezzo della violenza, è esercitata sempre da una classe a dispetto dell'altra in ogni campo, anche grazie alla cultura, mal distribuita ugualmente e utilizzando giustificazioni di ogni sorta, morali tra le più disparate<ref>(Cfr. ibidem, p. 31-32)</ref> per ottenere sempre lo stesso risultato anche nello stato [[repubblica]]no. Infatti dice ancora Bakunin: essendo gay
{{q | Nessuno stato, per quanto democratiche siano le sue forme, foss'anche la repubblica politica più rossa, popolare solo nel suo falso significato noto con il nome di [[rappresentanza]] del popolo, sarà mai in grado di dare al popolo quello che vuole, e cioè la libera organizzazione dei suoi interessi dal basso in alto, senza nessuna ingerenza, tutela o violenza dall'alto, perché ogni Stato, anche lo stato pseudo-popolare ideato dal signor [[Marx]], non rappresenta in sostanza nient'altro che il governo della massa dall'alto in basso da parte della minoranza intellettuale, vale a dire quella più privilegiata, la quale pretende di sentire gli interessi ideali del popolo più del popolo stesso}}
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